La trasformazione per mano di Conte
—"A questo punto, infatti, entrano in gioco le altre due mani: ovvero quelle dell'allenatore. Perché non è un mistero il fatto che per Conte Neres doveva essere un'alternativa. Il classico dodicesimo uomo a disposizione da poter sfruttare come apriscatole per andare a scardinare le difese più arroccate nell'ultimo quarto d'ora delle partite. D'altra parte lì a sinistra uno e uno solo era il depositario del verbo: Kvara. Ma il brasiliano dondolante ha fatto capire che il trend poteva essere invertito. Merito di quella faccia che sembra allampanata unita a quei piedi capaci di inventare magie. E così David Neres ha scalato poco alla volta la china delle gerarchie dell'attacco azzurro. Perché ogni qual volta è stato chiamato in causa da Conte ha fatto vedere di poter essere determinante. Per metà stagione è stato quello che doveva spaccare le partite. Con tre assist nelle prime tre apparizioni (tutte da subentrante) e poi i gol (prima in coppa Italia e poi in campionato contro il Como). Insomma, la stoffa di chi può ambire anche qualcosa in più di un quarto d'ora di gloria nel finale. Ma mancava ancora qualcosa per la perfezione. Antonio Conte ci ha lavorato con pazienza certosina, quello che mancava era una applicazione maggiore nella fase difensiva. Perché per Neres, da buon brasiliano, la linea di centrocampo rappresentava le colonne d'Ercole entro le quali era impensabile fare ritorno. Impossibile per uno come Conte poter contare a tempo pieno su un esterno che non si sacrifica, che non ripiega, che non conosce la fase difensiva. E allora poco alla volta si è messo con la testa e con il pensiero fino a fare breccia nella mentalità di David che oggi è un esterno a tutta fascia. Corre e dribbla nella metà campo avversaria, ripiega e copre in quella propria".
Il momento in cui è caduto il veto su Kvara
—"E quando la trasformazione si è completata Conte ha tolto il veto alla cessione di Kvara che infatti si è accasato a Parigi. Da Udinese-Napoli (lo scorso 14 dicembre) Neres ha fatto il suo esordio da titolare e non ha più lasciato il suo posto in campo. Un po' a destra, ma essenzialmente sempre a sinistra: perché sulla corsia opposta Politano non si tocca. In queste ultime sei partite ha preso parte a 4 gol del Napoli: uno lo ha segnato lui, tre li ha confezionati ai compagni. Anche a Bergamo ha fatto la sua parte, ispirando due delle tre reti azzurre: l'amico geniale che ognuno vorrebbe al proprio fianco. Ora che sa unire l'utile (passaggi determinanti, gol, chiusure difensive) al dilettevole (finte e controfinte che accendono la folla). Il processo di trasformazione è completo. Per la gioia di Antonio Conte".
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