David Neres ieri ha affrontato il suo passato, il Benfica, ma la serata non è andata come sperava con il Napoli che è caduto e il brasiliano che ha provato ad illuminare con il suo talento. L'analisi de Il Corriere dello Sport.

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Neres, ritorno amaro al da Luz: prova a illuminare il Napoli, ma non è serata – CdS
Neres, ritorno amaro al da Luz: prova a illuminare il Napoli, ma non è serata
—"Il ritorno non è stato dei più felici, tutt’altro. Arrivava a Lisbona da trascinatore di un Napoli che, nelle ultime cinque partite, non aveva sbagliato un colpo. E tornava in uno stadio che non l’ha mai dimenticato davvero, dove qualcuno ancora lo rimpiange. David Neres, però, al Da Luz ha trovato una serata diversa da quella che aveva immaginato: un Napoli spento, stanco, poco concentrato in fase difensiva e incapace di pungere un Benfica trasformato, attento e feroce davanti al proprio pubblico. Il brasiliano aveva avvisato tutti: al Da Luz non è mai facile. Lo conosce bene, quell’impatto. Conosceva l’atmosfera, il rumore che spinge, la sensazione di essere sempre dentro una partita più grande. E anche se il Benfica di Mourinho non sta brillando né in campionato – terzo – né in Europa, davanti ai suoi tifosi poteva diventare un’altra squadra. Così è stato: la miglior prestazione della stagione, proprio nella gara che per la Champions poteva valere un’eliminazione anticipata. Il Napoli, campione d’Italia e primo in Serie A, è stato messo sotto, azzerando quasi del tutto i rischi. Neres ci ha provato comunque. Aveva una voglia matta di dimostrare al suo ex club di essere un giocatore diverso, più completo, più forte delle idee di Roger Schmidt, l’allenatore che all’epoca non si oppose più di tanto alla sua cessione. Lo ha detto chiaramente alla vigilia: «Sono andato via perché volevo un campionato migliore». Al Da Luz è tornato con quella fame lì, con quella scintilla che aveva illuminato i suoi mesi in Portogallo. Nel primo tempo ha provato ad accendersi con qualche accelerazione delle sue, quelle che hanno fatto male alla Juve e che avrebbero potuto colpire anche il Benfica, se i cross fossero stati più precisi o se la squadra fosse stata più vicina alle sue giocate. Dahl, lo svedese ex Roma, lo ha arginato bene: lo ha seguito, chiuso sempre al momento giusto grazie anche ai raddoppi dei suoi compagni. E non è un caso che il Benfica avesse preparato proprio la sua fascia come zona rossa. Neres è rientrato con le stesse intenzioni nella ripresa, ma la doccia fredda del raddoppio di Barreiro ha tagliato le gambe al Napoli. Ci ha riprovato comunque: qualche strappo, qualche iniziativa in proprio, una certa ostinazione. Al 71’ ha firmato il primo vero tiro in porta degli azzurri: un sinistro secco dal limite, troppo centrale, smanacciato da Trubin. Si è spostato a sinistra dopo l’ingresso di Lucca e il passaggio al 4-2-4, ha provato a puntare Dedic, altro avversario complicato, quindi ha tentato la via centrale. Niente. È stato un ritorno romantico, fatto di abbracci con lo staff, con qualche ex compagno. Ma amaro per il risultato. E anche nei numeri la sua partita racconta questa doppiezza: 17 passaggi riusciti su 19 tentati, 12 su 14 nella metà campo avversaria, 42 palloni toccati, un solo dribbling riuscito su quattro provati, 13 palloni persi. Non la miglior versione di Neres, certo, ma una prova coraggiosa dentro una serata complicata".
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