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Napoli-Torino, Anguissa domina, in quattro non vanno oltre la sufficienza

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Migliore in campo Anguissa, ma chi avrebbe potuto fare di più?

Emanuela Castelli

Il Napoli batte il Torino di Ivan Juric e si prende la vetta della classifica di Serie A. Il migliore e i "peggiori" secondo l'edizione odierna de il Mattino

Napoli, Torino incartato e tre punti in cassaforte. Migliore in campo? Senza dubbio Anguissa. Ma in quattro non vanno oltre la sufficienza

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Anguissa conquista la palma del migliore anche sulle colonne de Il Mattino. Questa la sua valutazione:

ANGUISSA 8

Tre giocatori su addosso eppure di testa la prende lui, 50 metri con la palla al piede senza che nessuno riesca neppure ad avvicinarsi. Bisogna chiedere a Samantha Cristoforetti se creature simile le ha intraviste magari anche nello spazio. Pure quando perde palla, in un modo o nell'altro la riprende. Un incubo per i granata

In quattro, però, non vanno oltre la sufficienza. Ecco di chi si tratta:

DI LORENZO 6

Approfitta del pallido primo tempo granata per lanciare un paio di inviti calibrati. Non soffre mai in copertura né su Vlasic che pure sulla carte è avversario insidioso e neanche nella ripresa quando spunta. Nel finale ha l'occasione per il quarto gol: anche se sembra egoista, è la scelta giusta quella di calciare in porta.

ZIELINSKI 6

Lukic ci (ri)mette la faccia per bloccare una conclusione quasi a botta sicura. Ha una lettura deliziosa in occasione del 3-0 e l'apertura è come un bacio d'amore: ovvio che la partita diventa poco consone alle sue doti quando il Toro si impadronisce del possesso. Non brillantissimo, ma certo non male.

SIMEONE 6

Buongiorno almeno non ha più bisogno del radar per capire dove sta il suo avversario: se lo ritrova sempre addosso, pronto a saltargli sul collo. Cerca di proteggere ogni volta che può il pallone, prezioso anche del provare una mano in difesa dove si fa ammirare per un paio di corse all'indietro. E qualche fallo.

LOZANO 6

È uno di quelli che più patisce subentrare ma quando è poi in campo dà sempre certo non fa il permaloso. Dà spesso l'impressione di giocare in maniera anarchica: prende e va, ignorando di avere come soluzione anche il passaggio. Però ha piedi dolci, come quando inventa la parabola allo scadere ma Milinkovic salva.