Il Napoli è silente: Udine diventa cruciale per Ancelotti

Il Napoli società è in fase di riflessione: non vuole prendere scelte dettata dallo stomaco. Bisogna ponderare il tutto: Ancelotti è l'allenatore degli azzurri e ha un'esperienza alle spalle gigantesca. Potrebbe essere in grado di superare questo momento, ma la società non vuole farsi cogliere impreparata. L'edizione odierna de Il Mattino ha analizzato nello specifico proprio questo.

Napoli silente: Udine potrebbe essere il capolinea

Il clima da far west è alle spalle. Ora è il tempo di capire se c'è o meno la forza, la personalità e la mentalità per uscire fuori da questa crisi senza precedenti: l'impressione è che sia Udine la partita della verità e solo un successo al Friuli farebbe traballare di meno la panca di Carlo.

Rischia? Sì e lo sa bene. Anche se De Laurentiis fa fatica a trovare un traghettatore fino a giugno (Gattuso non sarebbe interessato a una simile proposta ma magari Reja, ora ct dell'Albania, o Prandelli sì). Al di là dei messaggi rassicuranti del presidente e del ds Giuntoli, Carlo conosce le regole del gioco. Gli indizi inducono a pensare che nel club sia iniziata una riflessione su come il tecnico abbia gestito la squadra fin qui. Nessun capo d'accusa, nessun dito puntato. Ma in un modo o in un altro da questa situazione bisogna uscirne.

Il ritorno

Qualcuno suggerisce il ritorno di Francesco Sinatti, il preparatore atletico di Sarri: ma Ancelotti non accetterebbe un simile innesto in uno staff tecnico da lui blindato. Si va avanti così, punto e basta. Ma bisogna combinare qualcosa di buono in campionato. Carlo è teso e non potrebbe che essere così. L'Udinese è la tappa fondamentale del cammino napoletano del tecnico più vincente della storia del calcio.