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Napoli, sembrava la fine del mondo ma “siamo ancora qua”. E gli ex non incidono

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Rifondazione Napoli convincente, mentre gli ex non incidono nelle loro nuove squadre

Emanuela Castelli

Napoli, la scorsa estate abbiamo vissuto la fine di un'epoca: gli addii di Koulibaly, Insigne, Mertens, Ospina, Fabian avevano fatto pensare ad uno smantellamento. Ma la storia sta raccontando altro

Napoli, milioni di critiche in estate, ora la rinascita. E gli ex, approdati altrove, non stanno incidendo nelle loro nuove compagini

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Il calciomercato estivo ha fatto registrare tanti addii illustri, per il Napoli di Luciano Spalletti. Sorprendente ed improvviso, quello di Koulibaly. Annunciato e ben digerito, quello di Insigne. Dolorosissimo, quello di Dries Mertens. Preoccupante, quello di Ospina. Last minute, quello di Fabian. Si scriveva "cessioni", si leggeva "smantellamento". Le trattative per l'acquisizione dei nuovi sembravano infinite, il tempo scorreva troppo velocemente e la piazza era preoccupata. Il Napoli, in realtà, adesso lo sappiamo, si apprestava solo a cambiar pelle, senza rinunciare alla competitività. Senza rinunciare alle ambizioni. Con un'attenzione particolare al monte ingaggi, che ha spinto Giuntoli ad assoldare giovani di enorme talento ma dalle richieste economiche tutt'altro che faraoniche. Così, De Laurentiis ha costruito una squadra forte, dalla rosa lunga, capace di cambiar pelle a gara in corso senza snaturarsi e senza perdere efficacia. E gli ex, che cosa stanno facendo con le loro nuove compagini? Come riporta l'edizione odierna de Il Mattino, al momento, non moltissimo: dopo un avvio spettacolare, Koulibaly è andato incontro ad una serie di difficoltà che gli hanno attirato critiche asperrime dai tifosi del Chelsea. Ospina è finito all'Al Nassr, dopo aver rifiutato il rinnovo al ribasso con il Napoli, preferendo un contratto stellare ma uscendo dal calcio che conta. Il folletto belga, invece, dopo aver atteso per un paio di mesi il Napoli, ha dovuto accasarsi altrove, precisamente al Galatasaray: è stato l'addio più difficile di tutti, per la piazza partenopea, che aveva adottato il belga come figlio di Partenope. Ad oggi, Mertens non ha ancora segnato: il suo legame con Napoli, che lo ha portato a rifiutare le sirene bianconere, è indissolubile, mentre quello con il campionato turco deve ancora sbocciare. Discorso diverso per Insigne, fermato dal lutto familiare che l'ha colpito: prima di questo, aveva segnato ben sei gol in dieci partite con il suo Toronto, che però - nonostante i suoi gol - non riesce ad uscire dal terribile pantano in cui è invischiato. E Fabian? Finora lo spagnolo ha giocato una sola partita da titolare nel Psg, contro il Lione.