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Dal Sassuolo al Sassuolo, il Napoli oggi chiude un cerchio

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Sei mesi di rinnovamento

Emanuela Castelli

L'edizione odierna de Il Mattino analizza i sei mesi esatti trascorsi tra l'ultima sfida del Napoli al Sassuolo e quella di oggi

Contro il Sassuolo, oggi, c'è un altro Napoli. Un'altra Napoli. Dalla contestazione all'abbraccio appassionato dei tifosi al Maradona

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L'analisi del quotidiano partenopeo mette in luce il cambiamento epocale che è intercorso tra l'ultimo match con il Sassuolo e l'incontro di questo pomeriggio. Sembra trascorsa quasi un'era geologica tra quel Napoli, duramente contestato per aver racimolato un solo punto in tre gare, dicendo addio alle ambizioni scudetto, e quello attuale, completamente rinnovato e al vertice della Serie A e del gruppo A di Champions League. "Sono passati 182 giorni, sei mesi. Dal Sassuolo al Sassuolo si chiude quasi un cerchio per il Napoli, che allo stadio sabato 30 aprile fu accolto dalle curve con fischi e striscioni di contestazione. E, poco prima, c'era chi davanti all'hotel nel centro storico si era presentato con una busta di uova per lanciarle contro il pullman degli azzurri. Rabbia. Per la sconfitta ad Empoli, per quel solo punto conquistato in tre partite che escluse il Napoli dalla lotta scudetto. La squadra venne meno proprio sul più bello, dopo essere balzata nuovamente al comando grazie alla vittoria a Bergamo. Cosa accadde? Calo fisico? Blocco psicologico? Scelte di formazione sbagliate? Panchina improvvisamente diventata debole? Ma anche un punto in tre partite non avrebbe potuto giustificare quello scatto da parte di frange della tifoseria durante la partita stravinta col Sassuolo (6-1: doppietta di Mertens, gol di Koulibaly, Osimhen, Lozano e Rrahmani). Sei mesi dopo il Maradona si affolla per un nuovo abbraccio alla squadra che vince ed entusiasma. Quel pomeriggio d'aprile sembra lontano, però non per Spalletti, che dei giorni vissuti dopo la sconfitta a Empoli, con quella vittoria sfumata perché i toscani segnarono incredibilmente tre reti in sette minuti, ha spesso parlato (...) «Non mi piace il tentativo di oscurare questo grande risultato. Vedo malafede. Del campionato che si poteva vincere ne ho parlato io ma per tentare di alzare l'asticella. La squadra non meritava di giocare in questa atmosfera» (...) La delusione serpeggiava anche all'interno del gruppo, se ne fece portavoce Mertens dopo le due reti. «Non c'erano squadre più forti del Napoli, sono più deluso rispetto all'anno dei 91 punti»".