Napoli, la panchina langue
—"L'atteggiamento di Conte è molto scaltro: il primo pressing è un po' meno offensivo del solito, così da evitare le partenze di Theo e di un Pulisic sottotono, e il controllo su Reijnders è maniacale. Lobo e Gilmour alternano regia e aggressioni, consentendo ad Anguissa di concentrarsi più sull'interdizione. Dall'altro lato la mossa Felix è - ironia della sorte - infelice: gira a vuoto, non salta mai l'uomo. E così il Milan può soltanto cercare spazi con un possesso prolungato che raramente trova sbocchi in verticale; Abraham è divorato da Buongiorno. Conceiçao, all'intervallo, prova a cambiarla nell'unico modo plausibile: dentro Leao per Bondo, poi Gimenez e Chukwueze. Diavolo ultra offensivo. Con Rafa che a sinistra, in dieci minuti, combina il doppio di João in un tempo. Combinazione con Theo compresa che porta al rigore di Gimenez parato da Meret, per fallo di Billing. Ma l'allarme vibra: l'aggressività e le folate del Milan sulle fasce schiacciano il Napoli. Incapace anche di ripartire. Negativo l'impatto di Billing - dentro per Anguissa - nelle due fasi. A completare il quadro, l'infortunio di Lobotka. Sergio inserisce anche Jimenez e Jovic, si gioca il doppio centravanti e indovina: gol di Luka sul solito asse Leao-Theo e missile (fuori) che congela i cinquantamila. Sale l'ansia da rimonta e Conte la chiude con sei difensori: la qualità dei cambi a disposizione non è eccelsa, ma il muro regge. Come i sogni scudetto".
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