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Il Napoli a digiuno: la ditta del gol non c’è più. L’analisi

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Il Napoli vive momenti storici: dalla classifica che grida vendetta all’assenza di gol. Callejon fissa il vuoto. Col volto sconsolato in panchina. Così Dries Mertens si è presentato domenica al San Paolo, convinto di poter fare male anche...

Alessandro Silvano Davidde

Il Napoli vive momenti storici: dalla classifica che grida vendetta all'assenza di gol. Callejon fissa il vuoto. Col volto sconsolato in panchina. Così Dries Mertens si è presentato domenica al San Paolo, convinto di poter fare male anche al Bologna ma entrato solo a partita in corso e con il risultato quasi compromesso. L'edizione odierna de Il Mattino ha analizzato nello specifico come il Napoli stia accusando tutta la situazione e lo denotata dalla mancanza di reti nell'ultimo periodo.

Il Napoli non segna più: la ditta del gol è andata in pensione

QUI MERTENS - Così l'attaccante belga è rimasto fuori dall'undici iniziale già sei volte in questa prima parte di annata - pur essendo il miglior cannoniere con 8 reti fin qui -, poco meno per lo spagnolo che in cinque occasioni non ha visto il suo nome nell'elenco degli 11 titolari. Un segno dei tempi, forse, tempi recenti che però i due sono riusciti a marchiare a fuoco con il loro nome. Quello segnato ad Anfield è stato per Mertens il gol numero 117 della in azzurro, ormai oltre Diego Maradona e ad un passo dal recordman assoluto Marek Hamsik.

QUI CALLEJON - Ai gol del belga napoletano può rispondere anche Callejon, che nella sua vita a Napoli non ha visto il campo in sole dieci occasioni (sette di queste con la gestione Ancelotti). Insieme con Mertens hanno regalato al Napoli 196 reti nelle ultime sette stagioni (79 i gol dello spagnolo ex Real), aggiungendo a questi anche 143 assist collettivi. Numeri da urlo.

Il mercato

Callejon ascolta le sirene cinesi, mentre Mertens è ammaliato dal progetto dell'Inter. Il puzzle vincente si sta per separare e la colpa se la dividono allenatore e società: il Napoli è vicino a un rinnovo epocale, perché quei due hanno scritto bene la storia del club di De Lauretiis. Ma le strade ora si divideranno.