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McTominay, chiamatelo anche il superstite: è l’unico rimasto dei Fab Four – GdS

Francesco Giovinazzo
La Gazzetta analizza come gli infortuni abbiano cancellato un intero settore, lasciando McTominay a reggere il peso tecnico e mentale del centrocampo

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport evidenzia come, in una squadra che ha perso De Bruyne, Anguissa e Lobotka nel giro di quaranta giorni, McTominay sia diventato la luce di Conte, il centro gravitazionale dell’intero Napoli.

Napoli-Juve, emergenza a centrocampo: McTominay l'unico superstite

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"Cerano una volta i Fab Four: e per farli giocare assieme, senza così rinunciare a fisico e talento, Conte s'inventò il 4-1-4-1. Ma il tempo è volato via, ha portato con sé bicipiti femorali (De Bruyne e Anguissa) e un tibiale posteriore (Lobotka) e in questa Napoli-Juventus che non è mai una partita come le altre, la colonna sonora d'una squadra che cerca serena- mente di starsene sempre lassù, la propone Scott McTominay. Il centrocampo è la sua terra promessa, senza steccati, senza barriere, senza paura: mediano, come s'usava una volta, davanti alla difesa, perché stasera non c'è altro da inventarsi, dopo essere stato mezzala, esterno di sinistra o anche di destra, sottopunta e sempre e comunque goleador.

È rimasto solo lui: McTominay, la zattera del Napoli in mezzo all’emergenza

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Dodici reti (e il titolo di Mvp) nella stagione dello scudetto, mentre adesso sembreranno pochi ed invece è un «falso» storico - che sta a due in campionato (una in meno rispetto a dodici mesi fa) ne ha aggiunti altri tre in Champions League, che certo hanno un peso statistico e non solo. McTominay è il superstite di un settore sparito in quaranta giorni, dall'infortunio di De Bruyne (25 ottobre) tirando e segnando un rigore all'Inter alla doccia gelata nel riscaldamento di Coppa Italia che ha strappato Lobotka a Conte, già senza Anguissa. Ma McTominay è la luce del Napoli, la sua fonte di ispirazione o semmai la zattera per sfuggire alla disperazione di un momento. McTominay non conosce la banalità, segna gol che contano, che salvano (a Torino, un anno fa), che fanno la Storia (con il Cagliari, nel 24 maggio dello scudetto e volendo allargare gli orizzonti anche con la sua Scozia): e poi li fa belli, a volte in rovesciata. L'uomo in più, direbbe Paolo Sorrentino"