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L'analisi sulle differenze tra le rose di Napoli ed Inter e sui motivi dei cali fisici della squadra di Conte
La rosa del Napoli ha una struttura molto diversa da quella dell'Inter e l'edizione odierna della Gazzeta Dello Sport ha evidenziato le dinamiche che si trovano dietro i cali di forma della squadra azzurra.
Più che stanchezza, le gambe sembrano “imballate” dalla tensione. Normale sia così, quando la posta in palio è alta. Ma a cinque gare dalla fine, partendo dal primo posto, il fisico deve rispondere presente. Sempre. Non esiste stanchezza, non esistono cali di tensione. Anche perché il Napoli di Conte è una squadra da battaglia, di furore e qualità. Di lotta e sudore. È venuto il tempo di raccogliere i frutti di mesi e mesi di allenamenti intensi, di una preparazione atletica che dovrebbe fare la differenza proprio ora che le energie stanno arrivando in riserva per tutti. E guai al imitarsi a contare solo il numero di partite: Inter e Napoli hanno rose molto distanti l’una dall’altra, ma Conte ha utilizzato un numero ridotto di giocatori per un minutaggio rilevante, il che porta più o meno tutto in equilibrio. Però questo è un Napoli di maratoneti: da McTominay a Gilmour, da Anguissa a Lobotka, fino a Di Lorenzo, Politano e Olivera. Una squadra tosta, che non è in calo come dicono i secondi tempi da febbraio, ma ha un problema di gestione. Il Napoli non smette di correre da un momento all’altro, semplicemente corre male. E quindi rincorre. E quindi si chiude e rischia. Contro l’Empoli ha martellato anche oltre il 90’: le gambe ci sono, serve la serenità per farle andare come devono.
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