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rassegna

Niente drammi, il Napoli rallenta ma non si ferma. Gli elogi funebri siano rimandati!

Emanuela Castelli

Bando al pessimismo: una sconfitta non cancella l'identità

Il Napoli perde contro l'Inter al Meazza. Perde a margine di una prestazione poco solida, poco convincente. Perde meritatamente. Ma non se ne faccia un dramma! La distanza dalle inseguitrici rimane importante, ora sta al Napoli non frenare la corsa. Il Campionato si riapre (se fosse mai stato chiuso, a 23 partite dalla fine!) ma nulla è perduto: la classifica si accorcia, ma gli azzurri guardano sempre tutti gli altri da lassù

Napoli, non è la disfatta di Caporetto

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Ne parla oggi il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Mica c'era solo l'Inter in campo contro il Napoli: c'era la sacra coalizione degli eserciti inseguitori, tutti alleati, nonostante le rivalità, come neppure ai tempi di Napoleone, inseguendo assieme il sogno di riaprire il campionato. La missione è compiuta perché la grande fuga per lo scudetto del Napoli rallenta. Ma non è ancora il tempo per il Congresso di Vienna. Attenzione, il Napoli rallenta ma non si ferma. La sconfitta di ieri a San Siro, non è come quella di Waterloo: è un ko doloroso e persino meritato ma che lascia comunque una Fossa delle Marianne tra la capolista azzurra e tutto il resto della serie A. Cinque punti dal Milan, sette dalla Juventus e otto dall'Inter. Si ricomincia da qui. Non è un dramma e non bisogna farne un dramma: doveva capitare prima o poi di perdere l'imbattibilità dopo 15 risultati positivi (e 11 vittorie di fila). Che male c'è? Il vero peccato è che nello scontro con i nerazzurri esce fuori l'immagine di una squadra ingenua, tenerella nell'interpretazione della partita, spesso in balia della determinazione degli avversari (e con un super Onana al 90' su Raspadori). Non è la fine del mondo. E poi a dirla tutta: il Napoli del primo scudetto perse la sua imbattibilità a Firenze proprio il 4 gennaio. 36 anni fa. Può anche essere un segno del destino".