Nell'assemblea del 25 ottobre scorso è stato stabilito di versare l'utile del bilancio 2023-2024, pari a 63 milioni, interamente nella "riserva volontaria", liberamente utilizzabile, così come è parzialmente accaduto in estate, quando sono stati possibili investimenti vicini o superiori ai 30 milioni (Buongiorno, McTominay, Lukaku e Neres) grazie a quanto negli anni era stato messo nella cassaforte di un club sano. Che vuole preservare la propria integrità e questo De Laurentiis lo ha scritto con chiarezza nella relazione, capitolo "Prevedibile evoluzione della gestione": «L'entità degli investimenti sarà, come sempre, oggetto di attenta analisi sotto il profilo della sostenibilità complessiva economico-finanziaria , nell'ambito della citata strategia di razionalizzazione del parco giocatori». Vi sono - si sottolinea - «variabili economiche difficilmente stimabili, effetti derivanti dalla finestra invernale del cosiddetto calciomercato e andamento dei risultati sportivi» ma si può «ragionevolmente ipotizzare che l'andamento economico della società a fine periodo possa esprimere sostenibilità a medio termine garantendo comunque l'integrità del patrimonio netto della stessa nonostante la previsione di una perdita di esercizio».
In venti anni di attività calcistica, a cominciare dalla prima stagione in serie C (2004-2005), il Napoli ha fatto registrare 11 bilanci in utile. Gli ultimi due hanno fatto segnare +63 e +80 e c'era stato al termine della stagione 2016-2017 il +66 grazie alla maxi plusvalenza realizzata attraverso la cessione di Higuain alla Juve per 90 milioni: l'argentino era stato acquistato dal Real Madrid per meno della metà (40) tre anni prima. I segni negativi più marcati nelle stagioni post Covid (-18,9, -58,9 e -51,9), appunto prima della clamorosa ripresa nell'anno del terzo scudetto".
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202510/807cecf6d1105011572fc1597c8c2de7-scaled.jpg)