Aurelio De Laurentiis in questi anni ha dato sempre molta importanza al bilancio e al rispetto dei tetti che potessero permettere al suo Napoli di mantenere sempre gli utili e di fare investimenti sul mercato senza andare sempre in rosso. Quest'estate l'esempio lampante di acquisti di primo livello arrivati senza la cessione di Osimhen. L'edizione odierna de Il Mattino analizza le mosse del presidente che rende la società partenopea un club solido. A seguire un estratto dell'articolo.
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Il Napoli è l’esempio di una società sana che può permettersi spese sostenibili
Il Napoli è l'esempio di una società sana che può permettersi spese sostenibili
—"Acquisti o prestiti, il Napoli ha la forza finanziaria per effettuare investimenti alla riapertura del mercato, se vi sarà la disponibilità di giocatori ritenuti da Conte all'altezza della squadra, protagonista nella prima fase del campionato. E questo perché, nel tempo, De Laurentiis ha costruito un club solido, in grado di affrontare "emergenze" come la mancata partecipazione alla Champions League. La riserva creata grazie agli "scudetti dei bilanci" ha infatti permesso in estate di effettuare acquisti per 152 milioni, con «nessuna acquisizione a titolo temporaneo», come ha precisato il presidente nella relazione allegata all'ultimo bilancio. Le plusvalenze - un punto forte della sua gestione - si sono quest'anno fermate a 5,5 milioni, così come le cessioni a titolo temporaneo hanno fruttato soli 5,9. Ha inciso ovviamente la mancata cessione di Osimhen, che soltanto in prestito si è trasferito ai turchi del Galatasaray. L'immediata cessione di Victor - base 75 milioni - può essere una chiave per operazioni sul mercato di gennaio, per altro realizzabili a prescindere da un nuovo trasferimento del nigeriano proprio in virtù della forza finanziaria della società.
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Nell'assemblea del 25 ottobre scorso è stato stabilito di versare l'utile del bilancio 2023-2024, pari a 63 milioni, interamente nella "riserva volontaria", liberamente utilizzabile, così come è parzialmente accaduto in estate, quando sono stati possibili investimenti vicini o superiori ai 30 milioni (Buongiorno, McTominay, Lukaku e Neres) grazie a quanto negli anni era stato messo nella cassaforte di un club sano. Che vuole preservare la propria integrità e questo De Laurentiis lo ha scritto con chiarezza nella relazione, capitolo "Prevedibile evoluzione della gestione": «L'entità degli investimenti sarà, come sempre, oggetto di attenta analisi sotto il profilo della sostenibilità complessiva economico-finanziaria , nell'ambito della citata strategia di razionalizzazione del parco giocatori». Vi sono - si sottolinea - «variabili economiche difficilmente stimabili, effetti derivanti dalla finestra invernale del cosiddetto calciomercato e andamento dei risultati sportivi» ma si può «ragionevolmente ipotizzare che l'andamento economico della società a fine periodo possa esprimere sostenibilità a medio termine garantendo comunque l'integrità del patrimonio netto della stessa nonostante la previsione di una perdita di esercizio».
In venti anni di attività calcistica, a cominciare dalla prima stagione in serie C (2004-2005), il Napoli ha fatto registrare 11 bilanci in utile. Gli ultimi due hanno fatto segnare +63 e +80 e c'era stato al termine della stagione 2016-2017 il +66 grazie alla maxi plusvalenza realizzata attraverso la cessione di Higuain alla Juve per 90 milioni: l'argentino era stato acquistato dal Real Madrid per meno della metà (40) tre anni prima. I segni negativi più marcati nelle stagioni post Covid (-18,9, -58,9 e -51,9), appunto prima della clamorosa ripresa nell'anno del terzo scudetto".
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