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calcionapoli1926 rassegna Sono tutti responsabili del crollo: ma ora il Napoli deve tornare al centro – CdS

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Sono tutti responsabili del crollo: ma ora il Napoli deve tornare al centro – CdS

Napoli crollo
Ora è il momento di compattarsi e ritrovarsi
Sara Ghezzi

Il Napoli non è più quello ammirato lo scorso anno e come ha spiegato Conte la squadra sembra non andare più verso la stessa direzione e il crollo di Eindhoven è la punta dell'iceberg di qualcosa che non va già da tempo. Ma, come sottolinea l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, ora è il tempo di rimettere il Napoli al centro. A seguire un estratto dell'articolo.

Tutti responsabili del crollo: ma ora il Napoli deve tornare al centro

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"Le responsabilità del crollo, inaugurato con il Milan e completato con il Psv attraverso 3 sconfitte nelle ultime 5 partite, sono collettive ed estendono le ombre a tutti i livelli: la novità tattica, il calo di qualche senatore, il peso delle assenze da Lukaku in giù, il logorio psicofisico, la gestione della preparazione, l'innesto dei nove acquisti e lo scarso apporto di almeno sette su nove. Con tracce di malumori personali impensabili fino a poco fa. Il Napoli non è più l'icona del concetto di squadra. In campo è palese, i risultati impietosi: la miglior difesa d'Europa era inespugnabile per il sacrificio e l'applicazione di ognuno, mentre oggi è un colabrodo. Numeri: 21 gol subiti in 10 partite tra campionato e Champions, 6 nelle ultime 8 e 11 nelle ultime 5. La fragilità e la rassegnazione di Eindhoven, contro un discreto Psv all'improvviso inarrestabile, hanno ricordato la Verona di un campionato fa. Conte non aveva mai subito una sconfitta del genere e ora dovrà guardarsi allo specchio con i suoi giocatori per tornare un corpo e un'anima dura come l'acciaio, rinfrescando un'aria all'improvviso pesante. Le responsabilità sono collettive, ma bisogna essere subito costruttivi: antipatico perdere il primo posto in Serie A, tremende l'onta e l'umiliazione d'Olanda, ma c'è tutto il tempo per tornare a correre in campionato e acciuffare i playoff in Champions. E per quanto l'Inter possa sembrare il peggior avversario possibile, in grande forma e in crescita, potrebbe anche diventare il migliore pungolando l'orgoglio: il Napoli s'è sempre rialzato dopo le cadute. Era questo, il Napoli di Conte: e sabato può dimostrare di esserlo ancora.  Le difficoltà anticipate dal tecnico in ritiro e approfondite prima di Fiorentina-Napoli, forse l'ultima partita dominata e divorata con la fame di un tempo, sono arrivate puntuali: non era un pianto preventivo. Ma ora deve risolverle e curare le ferite: la squadra sembra confusa, vittima di un logorio fisico e mentale che va gestito tra carichi e pressioni. Il doppio impegno riempie e svuota e i numerosi infortuni sono un segnale, un allarme. E sono concause del crollo: Rrahmani e Lobotka, ad esempio, sono pilastri fondamentali per il gioco e gli equilibri e a questo punto insostituibili. Finora sono stati poveri anche l'impiego e l'impatto dei nuovi, ad eccezione di Hojlund e De Bruyne: se i nove di cui parlava Conte hanno soltanto complicato gli equilibri interni, beh, vorrebbe dire un mercato sbagliato, ma è troppo presto per lanciare tutto dalla finestra. Anzi, sarebbe capestro: l'isteria non fa che peggiorare".