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Corbo: “Il Napoli vince, ma non mette paura al Barcellona. Elmas rende meno, Zielinski manca”

Corbo: “Il Napoli vince, ma non mette paura al Barcellona. Elmas rende meno, Zielinski manca”

Il giornalista Antonio Corbo ha scritto, per le pagine de La Repubblica, il suo consueto editoriale dopo che il Napoli ha vinto ieri sera in casa del Brescia per 2-1. L’editoriale di Antonio Corbo “Vince facile, ma dopo tante promesse...

Mattia Di Gennaro

Il giornalista Antonio Corbo ha scritto, per le pagine de La Repubblica, il suo consueto editoriale dopo che il Napoli ha vinto ieri sera in casa del Brescia per 2-1.

L'editoriale di Antonio Corbo

Corbo: “Il Napoli vince, ma non mette paura al Barcellona. Elmas rende meno, Zielinski manca”

"Vince facile, ma dopo tante promesse al Brescia penultimo il Napoli spergiuro regala un tempo. Basta per accumulare errori e mostrare al Barcellona vecchi vizi. Il primo è marcare a zona sui calci piazzati.

Con una altezza media molto più bassa, è come consegnarsi agli avversari. Tra questi c’è l’elegante Tonali che batte con la più perfida precisione in mezzo all’area, in un punto fatale dove Ospina neanche mima il tentativo di parare e il difensore venezuelano Chancellor, l’omone dalla temibile barba nera, salta nel vuoto, con il Napoli che si limita ad osservarlo. L’intervallo sveglia i rimorsi del Napoli. Per fortuna c’è la Var, e sulla torre di controllo Giallatini. Per nulla intimidito dal più noto Orsato, convince l’arbitro di campo a rivedere l’azione. Lode a Orsato che si pente, piegandosi all’evidenza del fallo, il ceco Mateju tocca la palla con il polso destro. Può ricominciare la partita, perché al rigore segnato da Insigne all’inizio della ripresa segue subito il gol del migliore repertorio di Fabiàn, un diagonale di interno sinistro dalla destra, con tutta la magia del mancino che gioca a piedi invertiti.

Il Napoli può superare gli iniziali disagi. Se li è cercati, perché interpreta il 4-3-3 con lentezza, un possesso palla sonnolento che gradisce Diego Lopez, tornato dall’Uruguay per sostituire Corini, e confortare l’angosciato presidente Cellino. La sua mossa migliore è l’asfissiante controllo a uomo su Demme. Bloccata la fonte di gioco del Napoli, deve Insigne cercarsi una zona strategica: sulla trequarti a sinistra per fare da rampa di lancio, ma fino al suo rigore il capitano non eleva i ritmi. Rende meno del solito Elmas da mediano sinistro, si sente la mancanza di Zielinski, molto più di Allan riapparso nel finale. Ma Allan non avrebbe cambiato molto: inutile un incontrista, contro un Brescia che spesso protegge il vantaggio con dieci uomini dietro la linea della palla.

Il Napoli esagera in passaggi laterali, corre poco e non sfonda al centro. Mancano pure le palle alte e quelle poche volano libere come rondini da un lato all’altro, perché manca un attaccante alto come il centrale Chancellor. Ben diversa la ripresa, con Fabiàn eccitato dal suo gol, il secondo. Lo spagnolo di grande talento e pari discontinuità si esibisce nella seconda. I suoi lampi coinvolgono Milik, entrato per sostituire Mertens, troppo teso alla ricerca del solo gol che lo divide da Hamsik tra i bomber del Napoli, ma anche chiuso negli spazi.

Sono ristretti dalla difesa del Brescia, con la sua densità nel 4-4-1-1, ma anche dalla posizione ravvicinata di Insigne. Se cercava i tre punti, il Napoli li ha presi. Ma senza mettere in allarme il Barcellona. Martedì vedrete: sarà un’altra serata".