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Giordano: “Il Napoli è vivo anche senza Kvara. Conte un gigante. Sullo scudetto…”

Giordano Napoli Conte
L'intervista a La Gazzetta dello Sport dell'ex attaccante azzurro protagonista di uno scudetto
Sara Ghezzi

Il Napoli dopo la gara contro il Como sembrava esser destinato ad un risultato negativo perché intorno alla squadra iniziata ad esserci un'aria strana come sottolineato anche da Conte in conferenza. Ma gli azzurri sono stati protagonisti di una partita straordinaria che ha confermato come la squadra azzurra possa lottare fino all'ultimo per lo scudetto. Bruno Giordano ne ha parlato in un'intervista a La Gazzetta dello Sport. A seguire le sue parole.

Le parole di Bruno Giordano tra Napoli, Conte e scudetto

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Ma allora, Giordano, il Napoli non si è sgonfiato con quattro pareggi e una sconfitta?

«È vivo, è forte, è una grande squadra e lo ha dimostrato contro l’Inter, giocando una partita di enorme spessore, come farebbe chi crede in qualcosa di grosso».


Per esempio lo scudetto. Possiamo dirlo?

«È in corsa, può riuscirci, ha le stesse possibilità dell’Atalanta, anzi qualcosina in più, e una percentuale minima inferiore all’Inter, che resta la favorita. Ma il Napoli di sabato sera metterà paura ai campioni d’Italia, almeno quanto gliene ha messo nel secondo tempo di sabato e anche nel primo. Perché, e mi piace sottolinearlo, già nei primi 45’ c’erano state occasioni enormi. Certo, nella ripresa non gli ha fatto veder palla, l’ha costretta a starsene dietro».

Forse è mancato Kvara?

«E ci mancherebbe. Un giocatore di quel talento, di quella forza, imprevedibile ti cambia la vita. Il Kvaratskhelia di due stagioni fa sarebbe stato immarcabile per chiunque. E volendo potrei e dovrei aggiungere anche Osimhen, che però era ormai già via. Però posso aggiungere che

mi è piaciuto tanto Lukaku, adisposizione dei compagni, e che aspetta Neres, uno che ti far star bene».

Una partita-verità.

«La conferma che Conte è un gigante: cambia modulo, sposta i calciatori, ti dà energia, ti fa sentire importante e ti tiene in corsa per il titolo. Finirà punto a punto, come si dice in genere, ma può finire bene. Adesso cambiano gli scenari, ricordatevelo».

La Champions incide?

«Eccome! Ogni tre giorni hai una partita, la tensione sale, non riesci a recuperare gli infortuni, e aver perduto sabato Calhanoglu e Dimarco non è stato un colpo irrilevante. Diventa tutto maledettamente più difficile. Ma la variabile non è questa: si chiama Antonio Conte, per me.

E il ritorno di alcuni calciatori decisivi».

Come lo è Lobotka, ad esempio.

«Tanto per fare un nome, proprio lui. Che con una prestazione incredibile ha orientato il gioco del Napoli. E’ un regista di contenuti tattici e tecnici indiscutibili e poi, si vede dai movimenti, ha una intelligenza rara. Il pareggio gli appartiene per quasi la metà ma è stato il resto della partita che ha ribadito la sua centralità in questa squadra».

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