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Il Napoli di Conte in questi mesi ha grande una grande duttilità
Conte nella sua carriera ha avuto sempre un modulo preferito che scelta che nacque proprio al San Paolo contro il Napoli con la Juventus. Anche la sua avventura in azzurro è iniziata con un'idea tattica, poi modificata con l'arrivo di McTominay, ma come sottolinea l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, ciò sottolinea una grande qualità di questa squadra. A seguire un estratto dell'articolo.
"C’era una volta il codice Conte, racchiuso - un po’ riduttivamente - dentro l’idea di calcio nata proprio al Maradona quando si chiamava
San Paolo, divenuto la stella da seguire per prendersi tutto ciò che sentiva suo, ad esempio gli scudetti con Madame: ma il 3- 5-2, resistito negli anni da quella sera di quel 3-3, poi è finito in soffitta. Nemesi o coincidenza, a Torino, contro la Juventus nella gara d’andata, e nel momento in cui è arrivato McTominay, il Napoli ha avvertito il richiamo della propria natura: declamata con il tridente, lasciando che i concetti ormai mandati a memoria riemergessero. Però niente è per sempre nella vita, figurarsi in un campionato, e dopo aver resistito a qualsiasi agguato della sorte: a Firenze non avendo più Kvara, il Napoli ha proseguito con il 4-3-3, ha trascinato Spinazzola all’altezza
degli attaccanti e s’è costruito la sua pazza idea di mutamento genetico. Nel laboratorio di Conte, è poi (ri)entrato tutto quello che gli appartiene, cioè la vecchia cara strategia, esposta all’Olimpico e confermata pure per Como, nonostante dall’infermeria stiano per uscire i laterali difensivi assenti sinora: ci sono comfort zone dalle quali non bisogna scappare e poi ci sono piani “sovversivi” che magari si possono occultare, tenendoseli per sé".
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