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rassegna

Il Napoli non riesce più ad autofinanziarsi grazie alle cessioni. L’analisi

Enrico Esposito

Un marchio di fabbrica destinato a finire?

Dopo aver definito gli arrivi di Kvaratskhelia e di Olivera, il Napoli è sempre più vicino ad ingaggiare anche Deulofeu e Ostigard. Tuttavia gli azzurri devono fare contemporaneamente i conti con la difficoltà nelle cessioni dei loro top player.

L'intuizione di De Laurentiis non preserva più il Napoli

L'edizione odierna de La Repubblica focalizza la sua attenzione sulle difficoltà del Napoli nel portare avanti una strategia di mercato in passato decisiva. Il club azzurro si sta scontrando infatti con la difficoltà di generare plusvalenze dalle cessioni, una mossa che ha sempre fatto bene alle proprie casse gli anni scorsi. Le partenze dei vari Lavezzi, Cavani, Higuain, Jorginho hanno infatti consentito a De Laurentiis di ottenere attivi importanti "evitando" altri investimenti. Il presidente ha infatti continuato a bypassare questioni significative come il nuovo stadio, la riorganizzazione del settore giovanile e del sistema societario. Il Napoli ha perseguito la sua politica di acquisti di giocatori promettenti a basse cifre con l'obiettivo di rivenderli il doppio o a prezzi ancora più alti.

Tuttavia il club si è trovato nella condizione sfortunata di aver compiuto operazioni in entrata poco prima dell'ondata Covid. L'avvento della pandemia ha provocato diverse perdite con le quali la società partenopea sta facendo ancora i conti. E intanto dalle prime battute di questo calciomercato sta emergendo il nocciolo della questione, ossia il rischio di non garantirsi nuove plusvalenze. In tal senso sono palesi gli ostacoli incontrati da De Laurentiis nell'ottenere le cifre desiderate per Koulibaly (40 milioni) e Fabian (55 milioni).