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Il Napoli è ripartito con Walter Mazzarri vincendo contro l'Atalanta. Una partita che ha rivisto gli azzurri combattere, pressare e giocare con maggior tranquillità. Ma soprattutto una gara che visto il ritorno in campo di Victor Osimhen, per la prima volta senza mascherina. A seguire l'editoriale di Antonio Corbo, per La Repubblica.
"Calcio ingrato, smemorato e miope. Bergamo restituisce un signore delle panchine, un allenatore emotivo ma duttile e coraggioso che non aveva completato la serie B in una primavera di veleni a Cagliari, incredibile. Tornano insieme: finalmente. Al Napoli ecco Mazzarri dopo 10 anni, a buoni livelli di gioco risalgono i campioni d’Italia, con il temperamento per vincere, la razionalità della guida tecnica, la forza consapevole di squadra ancora importante. Il solito Gasperini non si aspetta un Napoli così determinato, rigenerato in pochi giorni. Non è corretto scrivere che il Napoli abbia dato meno a Garcia, ma è doveroso rilevare che a Mazzarri abbia dato qualcosa in più. Come se lo conoscesse da sempre. Come se lo aspettasse. Garcia rimane un uomo perbene e un professionista rispettabile, ma ieri a Bergamo si sono visti uno staff tecnico e una squadra. De Laurentiis ha sbagliato l’impossibile dal 4 maggio in avanti, ma forse ha indovinato in una sola decisione i correttivi di una stagione accidentata. Gasperini si fida delle sue astuzie tattiche. Blocca il coordinatore del gioco, e spende Koopmeiners per isolare Lobotka. Almeno cinque marcano stretto i giocatori chiave del Napoli. Senza farlo però sragionare. Nel primo tempo, il Napoli non si smarrisce, pur subendo un’aggressione multipla al centro. Mazzarri replica usando al meglio i suoi. Punta tutto sulle corsie esterne con il veemente Politano a destra e il finemente cinico Kvara, un tormento per Scalvini. Raspadori nel suo girovagare apre spiragli a Kvara, Zilienski aiuta Lobotka nel ruolo di play, si eleva Anguissa tenendo al centro il motore sempre acceso. Non è un caso se il Napoli deve segnare due gol per averne uno nel primo tempo. Prevale, questa la verità. Prima Rrahmani (il Var rileva un filo di fuorigioco) poi Kvara. Sempre di testa. Trovando nella difesa atalantina lo stesso varco, perché la squadra di Gasperini è ossessiva nel controllo a uomo e nell’attacco al portatore di palla, ma sconta le inevitabili lesioni della difesa a tre. L’infortunio a Olivera è un danno serio. Per il futuro, priva il Napoli di un elemento ormai stabilizzato per chissà quanto tempo. Nell’immediato, invece, entra Juan Jesus e il cambio conferma qualche suo limite nel temere la posizione, come nel gol di Lookman. L’Atalanta reagisce nella ripresa sulle fasce, sostituisce Bakker a sinistra. A destra subisce l’infortunio di Zappacosta ma schiera il valido Hateboer, suo l’assist del pari. Nel giorno dei grandi ritorni c’è Osimhen (senza maschera, cuore e voglia di sempre) che serve con altruismo Elmas solo in un ennesimo squarcio della difesa atalantina. E c’è l’arte dei cambi. Ostigard e Cajuste rilevano Natan e Zielinski in tempo per la prima vittoria del Napoli che con Mazzarri rinasce".
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