
L'edizione odierna del Corriere di Bergamo si interroga sui motivi che hanno portato l'attacco dell'Atalanta, prossimo avversario del Napoli in campionato, ad incepparsi.
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L'edizione odierna del Corriere di Bergamo si interroga sui motivi che hanno portato l'attacco dell'Atalanta, prossimo avversario del Napoli in campionato, ad incepparsi.
Alla ripresa della Serie A, tra il 4 e il 28 gennaio, l’Atalanta ha segnato 17 reti in 5 partite; tra il 4 febbraio e il 4 marzo, in 5 gare ha registrato un sesto delle reti, 3. E la frenata della macchina da gol è coincisa con quella del suo capocannoniere, che non segna dal 28 gennaio. Prima per varietà, 17 nerazzurri diversi andati a segno (15 il Napoli), non trova più i guizzi dei goleador, titolari e reclute. Tante possono essere le cause, a cominciare dagli avversari. I rossoneri a San Siro hanno chiuso gli spazi con astuzia, l’Udinese come le medio-piccole con un pullman davanti alla porta. Una barricata impenetrabile per il tridente di casa che, seconda causa, spesso si ostina a entrare in area palleggiando, pane per i denti delle difese chiuse. Poi c’è la pressione del mal di gol che non passa, unita all’aspettativa della Champions e della Primavera che «fa sempre sbocciare le squadre di Gasperini». E l’interesse mediatico attorno ai giovani Lookman e Hojlund non aiuta, sempre accerchiati, inermi e soli. Potrebbe pensarci Zapata a risolvere la situazione, col suo fisico, o Koopmeiners, con un tiro da fuori, raccogliendo un cross dalla destra di Zappacosta. E invece no, sono tutti e tre in un’infermeria mai così colma di titolari (6 con Duvan). L’anno scorso sembrava l’eccezione, quest’anno si è confermata la regola: 17 gli infortuni subiti nel girone d’andata da 10 calciatori diversi, 45 le partite saltate in totale.
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