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Napoli arrembante e grintoso: due notti che danno speranza

Zielinski e Insigne (Photo by Getty Images)

L’edizione odierna de Il Mattino ha sottolineato come il Napoli potrebbe ripartire proprio da queste due notti: prima Coppa Italia e ieri campionato. Il Napoli ha tenuto testa alla terza e alla prima della classe, come se non ci fossero...

Alessandro Silvano Davidde

L'edizione odierna de Il Mattino ha sottolineato come il Napoli potrebbe ripartire proprio da queste due notti: prima Coppa Italia e ieri campionato. Il Napoli ha tenuto testa alla terza e alla prima della classe, come se non ci fossero tutti quei punti di distacco. Ora è il momento di ripartire con altrettanta grinta e sicurezza.

Napoli, due notti che danno speranza

Due notti indimenticabili, meritatissime dagli azzurri e dai loro tifosi dopo mesi di sofferenza. Il Napoli ha battuto la Lazio - la squadra più tonica della serie A prima di presentarsi al San Paolo per il quarto di Coppa Italia - e la Juve - la capolista - regalando gioie alla sua gente e facendo affiorare i rimpianti per cosa (non) è stato. E Gattuso, abile dopo la partitaccia con la Fiorentina a scuotere i suoi uomini e a riorganizzarli tatticamente, sta giocando senza un pilastro per settore: Koulibaly, Allan e Mertens. Altri si lamenterebbero, lui no.

Il distacco di punti - prima 27, ora 24 - da Sarri, come da copione fischiatissimo quando è entrato in campo, non si è avvertito perché il Napoli comincia ad essere finalmente il Napoli. La partita è stata in equilibrio soltanto nella prolungata fase di studio nel primo tempo. Poi ci sono stati soltanto gli azzurri, che a Fuorigrotta non vincevano in campionato dal 19 ottobre e hanno interrotto questa negativa serie di risultati (4 sconfitte di fila) contro i più forti, in grado però di tirare in porta per la prima volta al 62' con Higuain, a un minuto dalla rete di Zielinski, lesto ad approfittare della corta respinta su Szczesny sul bel tiro di Insigne.

Il capitano 

È stato giusto che fosse Lorenzo a mettere il suo sigillo sulla vittoria, lui che è stato il simbolo della fase più difficile di questa stagione (quella della rivolta del 5 novembre) e che adesso è l'orgoglioso capitano di una ciurma che non ha mollato quando la barca stava per sprofondare.