L'immagine bellissima regalata dal mister
—"Le urla, gli abbracci e le esultanze di Conte sono sicuramente le immagini più iconiche dell’impresa con l’Atalanta. Una vittoria che porta tante firme, su tutte quella di Neres. L’uomo che ha preso in mano il Napoli dopo la cessione di Kvara e la sta trascinando lassù, in alto. La forza di questa squadra si può pesare proprio in questo dettaglio: è andato via Kvara ma nessuno se n’è accorto finora. Roba da non crederci. Così come sono incredibili le prestazioni dei centrocampisti azzurri, Anguissa su tutti. Forse sta giocando a livelli più alti anche rispetto all’anno dello scudetto, nel traffico creato da Gasperini ha trovato sempre la strada giusta, il corridoio migliore, la soluzione perfetta. Di un’altra categoria è anche McTominay. Corre più di tutti, lotta, combatte, ci mette il piede. E poi si fa sentire in attacco, segna, determina".
ADL deve riflettere su una coincidenza
—"Una curiosa coincidenza deve ora invitare a una profonda riflessione De Laurentiis. Sette anni fa, agli inizi del 2018, il Napoli era primo in classifica come adesso e si preparava allo sprint scudetto con la Juve. Giocava un calcio paradisiaco con Sarri in panchina e l’esplosivo tridente Callejon-Mertens-Insigne. Milik era fermo ai box e tutti si aspettavano un rinforzo per l’attacco. Sfumò Verdi, non arrivo più nessuno. «Siamo primi, cosa devo riparare?», disse più volte il numero uno azzurro. Si rivelò un errore strategico clamoroso, quel Napoli vide sfumare la rincorsa al tricolore proprio per aver spremuto troppo i suoi fantastici attaccanti. Sembra passata una vita, ma ora si ripropone la stessa situazione. Con un’aggravante: è andato via il giocatore più forte del Napoli degli ultimi anni, Kvaratskhelia. De Laurentiis da questa estate ha cambiato registro. Sul mercato ha già investito per Conte oltre 150 milioni. Adesso, al rientro da Los Angeles, ha una grande occasione per rilanciare la sua puntata al tavolo dello scudetto. Con l’investimento Garnacho potrebbe giocare la sua fiche più alta. Di solito il presidente non ripete gli errori. Anzi, quando scende in campo può fare la differenza. Come un vero talento argentino".
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