Calcio Napoli 1926
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Napoli, a dodici passi dal sogno: gli onirici due anni di Spalletti all’ombra del Vesuvio

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Gestione o certezze?

Emanuela Castelli

Il Napoli di Spalletti viaggia a diciotto lunghezze dalle altre. Si gode il panorama, ma non si rilassa. Il tecnico non vuol concedersi pause, vede i rischi della rilassatezza, non vuole cedimenti. Arrivato a Napoli in un momento complicatissimo, ha ricompattato il tifo attorno alla squadra ed ha innaffiato i sogni dei supporters, spezzati da una mancata qualificazione in Champions che grida ancora vendetta.

Napoli, a dodici passi dal sogno

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Ci sono dodici stazioni ancora, quattordici aggiungendoci la Champions, e stavolta non si è dinnanzi ad una Via Crucis, né pare il caso di confondere il sacro con il profano. Ma in queste settimane di passione, rimanendo splendidamente solo con se stesso, Luciano Spalletti (...) setaccerà il Napoli dai 3039 minuti di Di Lorenzo ai sessanta secondi di Zedadka, poi allungherà la lente d’ingrandimento e resterà sospeso a riflettere come, dove, quando intervenire, chi far riposare e se farlo, a cosa rinunciare (...)  In un biennio di capolavori, dal terzo posto ch’è valso la (ri)qualificazione in Champions e a questa cavalcata che sta producendo la Storia, Luciano Spalletti ci ha spruzzato la propria genialità, quella visione futurista delle proprie interpretazioni, gli svolazzi pure naif che lo rendono diverso, contemporaneo e pure elegantemente antico. Quando rientrò a Napoli trovò le macerie e dovette avventurarsi nel calcio post-Covid con le sue cinque sostituzioni. La prima scossa, a se stesso e ai codici, è stato il turnover «live», le rotazioni a partita in corso (...) Ma c’è un asse solido, si direbbe intoccabile (Meret, Di Lorenzo, Kim, Lobotka, Anguissa) che viaggia sopra o intorno ai 3000'; ci sono uomini, gran parte, che da gennaio non ne hanno saltata una (Rrahmani); e stelle (Zielinski) che le hanno fatte tutte, pur con minutaggio diverso (...) Diciotto punti possono sembrare una gigantesca forma di scudetto in qualsiasi vicolo della tifoseria ma sul bordo della panchina, mentre si tormenta il cervello, Spalletti rifugge dai calcoli, evita di accomodarsi nella gloria e insegue gli anestetizzanti per eventuali pericoli: però tra un po’ la Champions irromperà nelle sue notti insonni, rovisterà tra i suoi appunti e lo potrebbe distogliere, ma anche no, dalle attuali certezze".

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