Nando De Napoli lo sa bene: la sfida tra Napoli e Milan non muore mai. Suggestiva, storica, iconica. Due mondi a confronto, calcistici e non. Due storie molto diverse, che quando si incrociano ne scrivono altre, immortali, indimenticabili. L'ex azzurro ne parla con Antonio Giordano, grande firma del Corriere dello Sport.
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Nando De Napoli: “Napoli-Milan, una sfida eterna. Gli azzurri fanno innamorare”
Nando De Napoli: "Che sfida, Napoli-Milan"
—Ecco quanto, dell'intervista pubblicata oggi sulle colonne del Corriere dello Sport, evidenziato da CalcioNapoli1926: "Noi avevamo Maradona, dentro una grande squadra che avrebbe potuto anche vincere di più. Ma loro fecero la rivoluzione. Me li ricordo ancora mentre ci facevano il pressing anche negli spogliatoi o nell’intervallo (...) Lo scudetto dell’88, quando ormai sembrava fosse nostro, ce lo portarono via a Napoli, con una partita impetuosa: non lo sapevamo, nessuno poteva immaginarlo, che stava per cominciare qualcosa di leggendario. Questa di Spalletti è un’altra squadra che può caratterizzare un’epoca, breve o lunga che sia. Giocano meravigliosamente bene, ti fanno innamorare. Io ho quasi smesso di guardarli, non c’è mai partita in campionato. Ma la Champions è diversa, si parte da 0-0, non valgono i ventitré punti di vantaggio in campionato, anche se al tifoso fa male sentirselo dire. Ma in quei 180' può capitare qualsiasi cosa. (Mi ha impressionato, ndr) La facilità di palleggio, e anche la varietà di schemi, che è stata impressa da Spalletti. In un periodo in cui, nonostante nelle coppe ci sia tanta Italia, si parla di crisi del nostro calcio, è arrivata una generazione di fenomeni che ti incanta. E noi molti di questi non li conoscevamo. Vanno applauditi tutti, per questa impresa: De Laurentiis che ha avuto il coraggio di cambiare, senza preclusioni; Giuntoli che ha saputo cercare, con i suoi uomini, talenti pazzeschi; e l’allenatore che ha avuto un ruolo rilevante, perché l’assemblaggio non era scontato. C’è come una magia dentro questo Napoli (...) Spalletti e Pioli si conoscono, non possono e non vogliono nascondersi. Uno vuole lo scudetto aritmetico; l’altro non può perdere punti per la Champions. La prima gara peserà psicologicamente, ma sono i rossoneri che hanno da perdere qualcosa, forse la tranquillità per entrare nei quattro. Però sono curioso di vedere cosa succederà"
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