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Meret separato in casa: si dibatterà nella precarietà del presente del Napoli

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Le ultime sul futuro del portiere italiano, ormai al passo d'addio

Edoardo Riccio

Da futuro portiere titolare del Napoli alla collocazione ai margini del progetto, passando per il rinnovo di contratto mai firmato. Come cambiano gli scenari in così poco tempo... perché si è vero che il futuro di Meret è ancora tutto da scrivere, ma ormai non ci sono più motivi per credere ad una sua possibile permanenza. Navas sembra il candidato principale a difendere la prova degli azzurri, eppure ci sarà Alex probabilmente con il Verona, come riferito dall'edizione odierna de Il Mattino.

Meret, solitudine da numero uno: sarà titolare a Verona

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Di seguito le parole riportate dal noto quotidiano italiano:

"Malati di inquietudine. Meret e Fabian vorrebbero dare stabilità al proprio futuro, invece si dibattono nella precarietà del presente. Una precarietà vissuta con stati d’animo opposti, comunque: lo spagnolo domani non giocherà, andrà in panchina perché Parigi val bene... una messa ma pure restare fuori dalla squadra titolare.

Per Meret è diverso, anche perché Sirigu, nonostante l’ottimismo nelle prime ore, non è ancora pronto per tornare in porta. Ci ha provato, poi con umiltà ha chiesto di fare degli allenamenti straordinari.  A quel punto tutto è stato più chiaro anche a Spalletti: domani gioca Meret. «Sirigu deve riprendere confidenza con la porta», ammette Lucianone.

D’altronde, quella di Alex non è una situazione semplice. Anzi, a dirla tutta, per nulla invidiabile. È un precario vero, a metà del guado: perché potrebbe pure restare anche se è assai più probabile che andrà via. Intanto, domani giocherà. Toccherà a lui difendere la porta del primo Napoli della nuova era, quella senza Mertens, Ospina, Insigne e Koulibaly. 

Domani Meret va in porta. Ma è un contentino che non alleggerisce la sua anima ferita da come è andata questa estate. Non ce la fa, Alex, a sopportare lo stress da panchina, l’angoscia della mediocrità, l’ansia del precariato.

Chiederà ancora di andare via, ma potrebbe anche non riuscirci. C’è il forte sospetto, per nulla transitorio, che se qualcuno nel Napoli penserà davvero che sia un “anno di transizione” si ritroverà a sedersi in panchina".