Napoli l’ha accolta come una star. Se lo aspettava? «Assolutamente no. Quando sono sceso dall’aereo, mia madre che era dietro di me non aveva idea che i tifosi fossero così passionali e affettuosi, noi sapevamo del loro legame alla maglia, ma non potevamo credere ai nostri occhi. È un momento che ricorderò per il resto dei miei giorni».
Dall’Old Trafford, teatro dei sogni, al Maradona. Differenze tra Manchester e Napoli? «Sono cresciuto nello United, là ho avuto una forte educazione, anche sportiva. E a Napoli ho ritrovato quelle sensazioni, quel desiderio di rispettare sempre il lavoro e la storia del club».
Primo pallone toccato al Maradona e subito gol. Cosa ha provato? «È stato un momento molto significativo per me perché volevo così tanto venire qui a Napoli... C’erano aspettative perché sono stati spesi anche tanti soldi. Volevo dare da subito il mio massimo. Voglio essere un giocatore che dà tutto in ogni circostanza. Sono sincero, i primi secondi passati al Maradona mi hanno impressionato, non li dimenticherò mai».
Cosa ha pensato quando di rientro da Bergamo avete trovato l’aeroporto invaso dai tifosi nel cuore della notte? «È stato incredibile, mai visto nulla di simile in vita mia. Questo dimostra quanto i tifosi tengano alla squadra. Credo sia importante ripagare i fan del supporto che ci danno, per tutti i sacrifici che fanno per seguirci in giro per tutta la stagione».
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