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calcionapoli1926 rassegna McTominay, il fiore nel deserto del centrocampo falcidiato dagli infortuni – CdS

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McTominay, il fiore nel deserto del centrocampo falcidiato dagli infortuni – CdS

McTominay Napoli
Lo scozzese sta prendendo per mano la squadra
Sara Ghezzi

Scott McTominay è stato un piccolo caso in questo inizio di stagione, si è parlato di quanto De Bruyne potesse "spegnere la sua luce", ma semplicemente lo scozzese aveva bisogno di tempo per entrare in forma e in questo momento rappresenta il fiore nel deserto del centrocampo del Napoli martoriato dagli infortuni. Lo sottolinea l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport. A seguire un estratto dell'articolo.

McTominay, il fiore nel deserto del centrocampo falcidiato dagli infortuni

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"Nel deserto del centrocampo falcidiato da una strana epidemia sospesa tra la cattiva e la cattivissima sorte è sbocciato di nuovo un fiore. Di Scozia: Scott McTominay, l’uomo di Champions, il capocannoniere del Napoli. Tanto sulle sue spalle, in questa fase: senza Anguissa, De Bruyne e ora anche Gilmour, toccherà innanzitutto a McT e a Lobotka tenere a galla le sorti della terra di mezzo. Con l’aiuto di Vergara, certo, il giovanotto di talento che Conte ha fatto esordire in Champions contro il Qarabag; e come sempre con il sostegno dell’impagabile Elmas, «il jolly», come lo ha definito l’allenatore per la sua capacità di essere camaleonte. Non è un caso che nelle ultime due partite la squadra abbia indossato il vecchio abito sartoriale cucito un’estate fa: il 3-4-2-1. Mica un sistema orientato dalla necessità di risposare la difesa a tre (cioè a cinque): piuttosto, dall’emergenza che ha costretto il tecnico a ritagliare un centrocampo a due. A conti fatti? Vittorie in fila con Atalanta e Qarabag. Con McTominay a strappare titoli in Champions: il gol dell’1-0 in proprio e l’acrobazia a centro area a propiziare l’autorete di Janokovic del 2-0 finale. La rivincita dopo l’inutile doppietta al Psv. Quello della rovesciata, evidentemente, è un vizio mondiale. O da scudetto, chissà. Di certo non è un orpello, un virtuosismo inutile, un fazzoletto nel taschino: McT vola per vincere, per graffiare e decidere. Il suo calcio è pratico e incisivo anche con i modi raffinati: una virtù di pochi, il marchio registrato di un calciatore che gradualmente, nonostante un rendimento spesso al di sotto dello standard da Mvp (2024-2025), lo ha proiettato in cima alla classifica dei cannonieri della squadra. Cinque gol, dopo l’ultimo in Champions; uno più del centravanti Hojlund, di Anguissa e De Bruyne. Il tutto, in sedici presenze su diciassette: assente a Torino per un problema a una caviglia e poi quindici da titolare, piegato alla legge del turnover solo a Lecce ma comunque secondo nella classifica dei maratoneti del Napoli con 1.332 minuti. Più di lui solo Di Lorenzo: 1.371".