Fabio Maresca è arbitro e, insieme, Presidente della sezione Arbitrale di Napoli: una doppia funzione impegnativa, che gli permette di vivere la figura dell'arbitro a 360°, cogliendone tutte le difficoltà e le potenzialità. Oggi ha rilasciato una lunga intervista a il Mattino sul ruolo dei fischietti, con una interessante possibile novità in materia di fuorigioco.
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Maresca annuncia una svolta epocale: “Ecco come cambierà il fuorigioco”
Maresca: "Al vaglio qualche novità"
Ecco quanto, dell'intervista pubblicata oggi sul noto quotidiano partenopeo, evidenziato da CalcioNapoli1926: "Sull' aiuto della tecnologia: Non credo che (il nostro lavoro sia, ndr) semplificato. Io direi, diverso. Siamo gestori di cinque collaboratori, compresi quelli nella sala Var, abbiamo sempre la possibilità di correggere una decisione errata, è raro ormai che si possa inficiare con una nostra decisione il risultato finale di una partita. Poi, tutti noi tra andare al Var e sbagliare, preferiamo sempre andare al Var. È come avere una rete di protezione (...) Sul fuorigioco semiautomatico: Non è cambiato nulla nell'interpretazione della regola. Ciò che è cambiato grazie al SAO è la visione della virtualizzazione che viene mostrata allo spettatore che dimostra quanto millimetrico possa essere un fuorigioco sanzionato. Ma chi scrive le regole è sempre un passo avanti, pensa allo spettacolo. Si sta sperimentando l'ipotesi opposta ovvero che un giocatore possa essere considerato in gioco se una sola parte del corpo è in linea con il penultimo difensore. Questo cambierebbe radicalmente tutto, lo stile del gioco, il modo di attaccare e di difendere. Nei tornei Under 18 si sta già sperimentando. Secondo me si va in questa direzione. Proprio perché l'obiettivo è rendere le partite più spettacolari, con un numero maggiore di reti. Sul fallo di mano in area: Non possiamo pretendere che i difensori giochino con le mani dietro la schiena, d'altro canto anche questa è una regola in continua evoluzione e non è facile muoversi dentro continui cambiamenti. Sappiamo bene che i calciatori hanno grande capacità di controllare il proprio corpo: quello che talvolta appare come fortuito, tanto fortuito non è. E l'obiettivo, difficile ma a cui tendiamo, è l'uniformità di giudizio".
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