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Maradona Jr: “Papà starà facendo un tifo sfegatato per il Napoli. Felice per Simeone”

Maradona
Le parole di Diego Armando Maradona Jr

Sara Ghezzi

Ieri Diego Armando Maradona avrebbe compiuto 62 anni e il popolo napoletano ma non solo lo ha ricordato con diverse iniziative. Nonostante la sua morte datata 25 novembre 2020 la sua grandezza continua ad essere celebrata e la sua presenza è sempre costante nel cuore di chi lo amato come tifoso e di chi lo ha vissuto da vicino. Anche il figlio Diego Armando Maradona Junior ha voluto ricordarlo sui social ma anche con un' intervista rilasciata a Il Corriere del Mezzogiorno.

Maradona Jr: "Papà starà facendo un tifo sfegatato per il Napoli. Felice per Simeone"

Maradona Jr
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«Noi come figli abbiamo sempre il piacere di ricordarlo. È morto giovane, ce lo saremmo potuti godere molto tempo ancora oggi non sarebbe ritenuto vecchio, ma di mezz’età».

Negli ultimi giorni di vita di Diego, lei ha avuto il covid e non le è potuto stare accanto. Così come ai funerali.

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«È stata dura, davvero dura. Avrei voluto confortarlo e dare l’ultimo saluto. Ma stavo davvero male e sono stato ricoverato in ospedale. Ho vissuto dei brutti momenti e il fatto di non potergli stare vicino non ha fatto che accrescere il mio rammarico».

Come festeggiava di solito il suo compleanno?

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«Andavo da lui. A Dubai si stava insieme solo con gente della famiglia, oppure persone a cui faceva piacere stare con papà. Non si facevano grandi ricevimenti. Solo ad Abu Dhabi mi pare il giorno del suo 56esimo compleanno ci fu una grande festa. Di solito, però festeggiava con le persone che amava».

Cosa racconterà del nonno ai suoi figli?

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«Racconterò le gesta del più grande campione mai esistito sulla faccia della terra. Gli parlerò anche di un uomo che ha sbagliato ma che ha saputo chiedere scusa, reinventarsi e ricominciare. Si sottolinea sempre il fatto che papà abbia sbagliato. È vero ma è stato anche un uomo che ha riparato ai suoi errori».

Negli ultimi anni le chiedeva sempre scusa per essersi allontanato da lei.

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«Io lo avevo perdonato. Avendolo cercato per molto tempo non avrebbe avuto senso non perdonarlo. Non aveva avuto una vita normale, schiavo di una dipendenza che lo aveva allontanato da tutti gli affetti. Sapeva che da me non era giudicato per quello che aveva fatto. Il nostro rapporto era basato sulla costruzione di un nuovo percorso di vita. Già avevamo poco tempo per recuperare e non c’era tempo per litigare o per rinfacciarci le cose. Lui sentiva un profondo senso di colpa e questo mi faceva soffrire».

Dopo la morte di suo padre si è aperta la battaglia sul marchio Maradona.

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«Tutto il mondo sa che noi eredi siamo in guerra aperta con Morla (l’ex avvocato del Pibe) e Ceci (l’ex manager che fino a poco tempo fa gestiva il marchio Maradona). Il tribunale argentino ci sta dando ragione in tutte le sedi. Hanno stipulato un contratto due mesi prima che morisse papà. Ci mancherebbe, io rispetto la volontà di mio padre che però non stava bene. Ora che lui non c’è più noi eredi possiamo scegliere se ci sta bene o meno il concessionario e abbiamo la piena titolarità del marchio secondo le leggi argentine e quel contratto non è più efficace. Avrebbe potuto chiamarci, ci saremmo seduti per discutere e ora ci cerca per trovare un accordo, mi sembra tardivo».

Nella sua carriera è sempre stato il figlio di Diego Armando Maradona. Quante difficoltà ha dovuto affrontare?

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«Ho avuto per fortuna una famiglia favolosa da parte di mia madre, i miei zii e i miei nonni. Che mi hanno dato una mano. Non ho mai trovato difficoltà, il paragone non ha mai retto. Ho scelto di seguire la mia passione, il calcio. Mia madre mi voleva far fare nuoto e io piangevo. Sono partito dal basso, dall’Eccellenza con il Napoli United: ho iniziato a 35 anni e non voglio che la gente mi regali niente: un allenatore giovane deve farsi le ossa».

Con il Napoli primo in classifica anche suo padre si starà divertendo.

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«Ne sono sicuro: starà apprezzando soprattutto lo spirito di gruppo e la difesa della maglia del Napoli che è sempre stato il suo obiettivo principale. Questa squadra lo sta facendo con grande onore».

E con un argentino, Giovanni Simeone, protagonista.

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«Voglio bene a Giovanni, so quello che ha passato. Anche lui figlio di un grande giocatore come Diego Simeone. Sono contento che un argentino stia facendo bene e sia contento di indossare la maglia azzurra. Anche papà da lassù starà facendo un tifo sfegatato».