Sul discorso di Conte e sulla lotta scudetto: "Non sono d’accordo quando si dice che il Napoli è strafavorito per lo scudetto, e non perché vogliamo scaricare pressioni o spostarle su altri: è un dato oggettivo. Vengo da una realtà completamente diversa ed è chiaro che ci sono gap strutturali, ma noi li colmiamo con questi valori che in pochi hanno e che non sempre bastano. In estate si è investito tanto perché bisognava colmare i vuoti numerici in rosa e De Laurentiis non si è tirato indietro. Il nuovo obiettivo è alzare la qualità ogni anno. Le limitazioni per gennaio non aiutano? Aumentando la rosa è cresciuto il monte stipendi, ma i ricavi sono diversi rispetto ai club del Nord. Stadi diversi, patrimoni diversi. Non è una lotta pari: c’è un gap strutturale e storico e questa ricchezza ce la siamo creata. Qui ci sono enorme cultura del lavoro, dedizione e voglia di migliorarsi: ognuno fa più cose per il bene del Napoli".
Sul mercato a zero per gennaio: "Per inserire un calciatore bisogna fare spazio nella rosa a livello economico. Per noi è un paradosso, per il patrimonio netto e la solidità che abbiamo. Il presidente e l’amministratore delegato Chiavelli ci stanno lavorando, siamo fiduciosi: sono loro ad aver portato il club a certi livelli. Cosa aspettarsi dal mercato? Vorremmo premiare il lavoro di Conte e dei giocatori migliorando il livello della squadra senza rompere gli equilibri: non so se ci riusciremo, ma ci proveremo. Gennaio è sempre rischioso, l’anno scorso abbiamo venduto il calciatore più importante e forse non l’abbiamo ancora sostituito all’altezza".
Sulle operazioni in programma: "In che reparti interverremo? I rientri di Anguissa e Gilmour sono più vicini, mentre Lukaku e De Bruyne sono un punto di domanda: quindi, vorremmo alzare la qualità soprattutto nel reparto offensivo. Stiamo facendo valutazioni. Le numerose assenze? L’infortunio di Lukaku all’ultima amichevole del 14 agosto è stato quasi un segnale, però abbiamo reagito come reagiscono i grandi uomini. L'acquisto di Hojlund? Abbiamo fatto di tutto per prenderlo. C’erano anche altre squadre con blasone storico più alto, ma la sua volontà è stata determinante: questa cosa ci rende orgogliosi. In questo momento siamo appetibili e lo riscontro anche nelle trattative: hai Conte, una squadra che ha vinto e giocatori importanti. La qualità della vita in città, poi, incide. Tanti acquisti in Premier League? È un mercato di riferimento, dove anche i giocatori di club medi come Billing ti danno una grande mano. Hanno mentalità, ma a volte servono un po’ di cuore e calore in più".
Su Hojlund: "Non avevamo dubbi, a prescindere dai tempi di inserimento. Rasmus è determinante per i numeri e soprattutto per come cresce e recepisce gli input dell’allenatore. Questo fa la differenza. Già riscattato? C’è un obbligo in caso di Champions con un diritto. Il giocatore si considera del Napoli e il Napoli lo considera estremamente importante. Se sarà una formalità? Ad oggi, sì. Penso che sia così".
Su De Bruyne: "Tornerà a Napoli dopo la metà di gennaio per iniziare la fase di riatletizzazione. Tempi di rientro? Non sarebbe corretto indicarli: con Romelu avevamo un’idea, ma poi bisogna capire come reagisce il fisico anche a una certa età. In questo momento operiamo come se non ci fossero: i prossimi a rientrare sono Gilmour e Anguissa, speriamo di avere altre sorprese".
Sui rinnovi: "Anguissa e Rrahmani? Ognuno ha delle esigenze, ma vogliamo sicuramente continuare con loro: possono rappresentare la centralità del Napoli intorno a cui costruire e ringiovanire. Juan Jesus e Spinazzola in scadenza? Affronteremo questi discorsi da marzo".
Sulle sessioni di calciomercato passate: "Operazione di mercato più complessa? Hojlund a fine agosto, senza dubbio. È stato un momento tosto, con tante cose da allineare, tant’è che all’ultimo giorno consentito non era ancora tutto definito".
Su Lucca: "Lorenzo, in carriera, è sempre stato un diesel: a Napoli ci sono le condizioni di fare bene perché il gruppo è davvero una famiglia, l’allenatore è top, lo staff è top e persone a supporto come Oriali sempre presenti. Non riuscire vuol dire che forse non ci stai mettendo tutto, Lorenzo lo sa. La maglia del Napoli va conquistata tutti i giorni, bisogna meritare tutti i giorni di stare in un gruppo così se ambisci a vincere: c’è chi lo capisce subito e chi ha bisogno di più tempo. Se può partire a gennaio? Bisogna provare a migliorare la squadra e non peggiorarla, ma gli scenari sono tutti aperti. Vediamo, anche perché dovendo operare a saldo zero dobbiamo essere attenti a ogni eventuale opportunità. Scambio Lucca-Dovbyk? Al momento non è una strada percorribile".
Sulle possibili cessioni: "Mazzocchi, Marianucci, Vergara e Ambrosino? I giovani hanno bisogno di giocare, ma noi dovremo essere coerenti con il lavoro che stiamo facendo. Ne parleremo con Conte. Possibile cessione di Lang? Arriva da una realtà diversa e ci ha messo un po’ di tempo, ma ha giocato buone partite. Ci aspettiamo e vogliamo di più da lui, ma non abbiamo preso decisioni a priori: i giocatori devono essere contenti e coinvolti, e credere in quello che stanno facendo. Il gruppo viene prima del singolo: se lo capiscono è bene, altrimenti faremo scelte legate al momento".
Su Neres e sul gruppo squadra: "Se merita la convocazione in nazionale? Secondo me sì, ma deve dare continuità al suo gioco. Il Brasile ha un grandissimo allenatore, peraltro italiano, e non spetta a noi dare suggerimenti. Però siamo orgogliosi di averlo nel Napoli".
Sul rapporto con la squadra: "Chi sono i tre giocatori più forti della squadra? Questo è un gruppo con valori davvero importanti, non basterebbero tre nomi. E lo dico con il cuore: per fare qualcosa di straordinario servono persone straordinarie. E noi le abbiamo. Abbiamo creato un rapporto importante: allenatore, staff , squadra. Quando Conte è stato ingiustamente attaccato dopo Bologna, noi sapevamo il valore di quel messaggio: e infatti la reazione è stata da grandi. Anche la sua settimana di assenza è passata come una cosa straordinaria, ma non lo era: la squadra è stata intelligente e siamo ripartiti subito".
Sulle sue capacità come direttore sportivo: "Io definito un gatto del mercato? Mi piace, ma in un anno e mezzo abbiamo commesso anche qualche errore provando a fare il bene del Napoli, compiendo scelte anche impopolari e difficili. Se la cessione di Kvara è stata impopolare? Sicuramente, ma anche necessaria. In casi come questo ti senti in difficoltà verso l’allenatore e la squadra, ma loro sono stati bravi. Se abbiamo avuto altre offerte indecenti? No, perché non siamo sul mercato. Non vogliamo vendere nessuno e neanche fare qualcosa di clamoroso. E se in estate qualcuno partirà, lo sostituiremo".
Su Raspadori: "Se può andare alla Roma? Penso di no e spero di no perché è un calciatore importante che rinforzerebbe una concorrente".
Sulla classifica: "Rispetta i valori del campionato? Assolutamente sì. E dice che si lotterà per la Champions fino all’ultima giornata. Per quanto ci riguarda, considerando tutto quello che ci è successo finora, siamo orgogliosi dei risultati e della Supercoppa, ma sarà una stagione molto difficile e tosta. Se siamo preoccupati? Dobbiamo esserlo un po’, certo. La preoccupazione ti fa alzare i livelli di attenzione. Chi è la favorita per lo scudetto? È un campionato dove tutti possono perdere con tutti e non c’è ancora un favorito. Il Milan è attrezzato, ha un sola competizione e un grande allenatore come Allegri. Anche la Roma ha un grande allenatore. La Juve ha Spalletti, un altro grande, e ha investito tanto. E poi c’è l’Inter: per me rimane la più forte, perché lo dice la storia e perché ha anche ringiovanito".
Sugli allenatori in Serie A: "Chi è il migliore in Italia? Antonio Conte. E non per fargli un regalo, ma per quello che vedo con i miei occhi: energia, abnegazione, capacità. È un fatto troppo oggettivo: ogni giorno devi dimostrare di essere all’altezza dei suoi standard".
Sulla Champions: "Copenaghen decisiva? Importante. In Champions abbiamo raccolto meno di quello che avremmo dovuto".
Sui nomi accostati al Napoli: "Se Norton-Cuffy ci piace? Buon calciatore, ha forza. Ce ne sono tanti bravi. Palestra? In prospettiva è il terzino destro più forte che c’è. Cominciano a venire fuori giovani importanti sui quali costruire il futuro dell’Italia: Pio Esposito è destinato a grandi cose. E c’è Leoni. Questo è ancora un Paese per vecchi? Il calcio italiano avrebbe bisogno di un momento di riflessione strutturale su alcune scelte e gestioni, cose che ho fatto in passato alla Juventus con un gruppo di lavoro di livello altissimo che mi piacerebbe ricreare al Napoli. La Juve è stata una scuola importantissima. Dopo la cessione di Kvara sono arrivati Hojlund, De Bruyne, lo scudetto, la Supercoppa: un gran lavoro? Beh, alcune cose sono venute bene e altre meno bene".
Sulla vittoria dello scudetto e la vita a Napoli: "Se me l'aspettavo? All’inizio no, poi ho colto la consapevolezza e la forza. Lo switch. La Supercoppa? Mi aspettavo grandi prestazioni. C’erano grande energia e fiducia: quando siamo così è difficile per tutti. Com’è essere un cittadino di Napoli? È una città che ti dà tanto, anche troppo a volte. Molto passionale. Sto bene, sono felice. La vivo molto. Certo è più facile quando vinci. Se è il momento più bello della mia vita? È un momento positivo ma si deve guardare avanti. Vorremmo continuare a fare bene ma non è scontato. Il rischio c’è e non bisognerà essere distruttivi, eventualmente".
Sulla prossima partita con la Lazio: "Ci tengo a fare a Sarri gli auguri di un recupero velocissimo: lo aspettiamo, lo vogliamo subito in panchina".
Sui propositi per il 2026: "Mi aspetto che questa consapevolezza dell’ultimo periodo ci accompagni fino alla fi ne. E poi, un po’ di buona sorte...Finora è stata contraria. Regalare corni a tutti? Già fatto. Buon anno".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202504/31cb7a78b710d46a7aea8c336048209d-scaled.jpg)