12 gol e 10 assist: questo il bilancio, in 30 partite giocate in campionato, della prima stagione di Romelu Lukaku con la maglia del Napoli. L'attaccante belga, che ha ritrovato il suo mentore Antonio Conte, ha risposto con le prestazioni, oltre che con i numeri e i gol sempre decisivi, alle perplessità rappresentate dall'età dell'ex Inter e Roma e da una parabola che sembrava discendente. L'edizione odierna di Repubblica ha analizzato il dietro le quinte dell'annata del primo capitolo all'ombra del Vesuvio di Big Rom.


rassegna
La risposta di Lukaku ai dubbi sulla sua affidabilità nasconde un segreto
Lukaku brilla ancora per l'umiltà e voglia di rimettersi in discussione
—"A Napoli ha scelto il numero 11 e non la maglia numero 9, che al suo arrivo era ancora di Osimhen. A Lukaku non è toccato però raccogliere solo l'eredità del cannoniere del terzo scudetto. Al Maradona in materia di centravanti i tifosi si erano fatti la bocca buona con Cavani, Higuain e Mertens, l'ultimo a realizzare una doppia doppia nel 2019. Di qui i dubbi su Big Rom, reduce da un'estate da separato in casa con il Chelsea, che lo aveva escluso dal ritiro precampionato. Inevitabile che al suo ritorno in Italia l'attaccante fosse arrugginito e appesantito, al punto da alimentare mugugni sul suo acquisto, al netto della fiducia di Conte. Ma Lukaku ha reagito lavorando a testa bassa sul suo fisico. Mangia sushi (bandite pizza e mozzarella) e s'è costruito in casa una palestra personale. Zero by night, con l'unica eccezione le cene di gruppo con i compagni. Pochissime parole e molti fatti, perché un leader può essere pure silenzioso, soprattutto se nello spogliatoio c'è già un uomo forte come Conte".
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