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La difesa, il nervosismo di Kvara e la mancanza dei leader: ecco i cinque problemi del Napoli

Genoa Napoli
La sfida al Genoa definisce il lavoro confusionario di Rudi Garcia. Diversi i punti da rivedere: la Gazzetta dello Sport propone i primi cinque
Giovanni Pietropaolo

Gli anglofoni direbbero che c'è "un elefante nella stanza": un'incombenza da affrontare, di cui discutere, che non può rimanere ancora nascosta nel silenzio. Dopo le prime quattro giornate di campionato, quello che si può dire del Napoli è che - almeno per ora - non rievoca in quasi nessun aspetto quello della scorsa stagione. La squadra di Spalletti a tratti sembrava ingiocabile, la versione di Rudi Garcia è invece fin troppo umana in troppi aspetti.

Genoa-Napoli, lo specchio del lavoro di Garcia: i problemi da risolvere

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Di seguito l'analisi de La Gazzetta dello Sport: "Quattro reti subite in quattro partite non è una media da prima della classe. Analizzandole singolarmente sono tutti errori in singole giocate, non riguardano l'interpretazione della fase difensiva, anche se la facilità con cui la Lazio è andata in contropiede un paio di settimane fa aveva giustamente fatto dubitare della bontà dell'atteggiamento tenuto in campo dagli azzurri. Inoltre l'impressione è che, senza Kim, c'è qualcosa da modificare nella linea: Juan Jesus ha meno esplosività, Natan invece è ancora un oggetto sconosciuto".


Identità

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"Partendo dal difensore brasiliano, che ancora non ha collezionato un solo minuto da quando è stato acquistato dal Napoli, ci si interroga sull'identità della squadra, intesa come sistema di gerarchia delineato. Non si sa, infatti, chi sarà il centrale titolare al fianco di Rrahmani per il resto della stagione, anche perché Natan presto sarà testato. Un altro ruolo in cui bisogna ancora capire che direzione sarà presa è il terzo attaccante a destra. L'avvio di campionato ci ha detto che Politano è sempre in grado di essere incisivo, il mercato ha fatto capire che il Napoli punta su Lindstrom eppure ieri è stato schierato Elmas dal primo minuto, senza riuscire a lasciare il segno. Tra le situazioni che andranno chiarite, dunque, c'è anche questa".

L'ira di Kvara

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"L'espressione contrariata e il labiale inconfondibile al momento della sostituzione a Marassi non lasciano spazio a troppe deduzioni: Kvaratskhelia non è sereno in questo momento. Non lo è innanzitutto perché in campo non riesce a brillare. Anche ieri contro il Genoa alcuni guizzi sono stati una gioia per gli occhi, ma sono si sono ridotti a saggi estetici. Finora ha messo a referto soltanto un assist, davvero poco rispetto alla doppia cifra di gol e passaggi decisivi dello scorso campionato. A Rudi Garcia il compito di trovare le condizioni migliori per esaltarne il talento, al georgiano la missione di accelerare il percorso di maturazione che lo consacri come una vera e propria stella".

Enigma Raspadori

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"In principio è stato il sostituto di Kvaratskhelia nelle prime uscite stagionali. Poi è diventato il trequartista/seconda punta da mandare in campo quando c'è da risollevare una partita. In Nazionale è un centravanti senza mezzi termini, Garcia lo immagina all'occorrenza anche come mezzala. Intanto Raspadori ancora non è stato inquadrato a dovere dall'allenatore del Napoli. È chiaro che le qualità di questo giocatore non possano essere imbrigliate a lungo dalla presenza di Osimhen e una delle nuove sfide per il tecnico francese potrebbe proprio essere ridisegnare la squadra per farli coesistere".

Osimhen e Anguissa

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"Se vengono meno i leader, c'è qualcosa che non va. Osimhen, straripante con la nazionale nigeriana, è a secco da due partite. Anguissa, che dovrebbe essere l'alfiere prediletto di Garcia (i due si sono conosciuti all'Olympique Marsiglia, ndr), ha smarrito le doti di equilibratore che avevano fatto la fortuna del Napoli lo scorso anno. Se loro non girano, inevitabilmente tutta la squadra si esprime in modo approssimativo, è meno ordinata e si lascia prendere da un certo nervosismo. Degli accorgimenti tattici saranno necessari: servono tracce più pulite per sfruttare il dinamismo dell'attaccante e una copertura delle zone centrali più ragionata per non lasciare il camerunense in balia degli incursori avversari. Con la speranza, in generale, che marcature approssimative come quella sul calcio d'angolo del primo gol di Genoa, non si vedano più. Perché nessuno vince senza carattere".

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