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rassegna
Il Napoli ha vinto in rimonta contro il Verona grazie alla perla di Kvaratskhelia arrivata all'88' minuto. Mazzarri, dopo la partita contro la Lazio, ha provato un nuovo cambio modulo tornando al 4-3-3, ma solo nei primi 20 minuti del primo tempo è riuscito ad essere davvero pericoloso. Stando a quanto sottolinea l'edizione odierna de Il Mattino, l'unico davvero ispirato è stato il georgiano sempre propositivo. A seguire un estratto dell'articolo.
"Non basta, infatti, cambiare modulo. E non è neppure sufficiente e appresso alle statistiche. Non basta calciare in porta tanto per farlo o per avere qualche segno in più alla voce «tiri effettuate». Il calcio non è scienza esatta e non esiste l'equazione perfetta. Mazzarri affila il tridente, torna alla difesa a quattro, ma se non fosse per Kvara nel primo tempo Montipò potrebbe anche godersi la giornata. Il match prende subito la piega che ci si aspetta: Napoli a dettare i tempi e Verona che si piazza con un finto 4-2-3-1 al cospetto degli azzurri. Insomma come da copione Hellas chiuso a doppia mandata nella propria metà campo e Napoli che cerca il grimaldello per la serratura scaligera. Nulla di nuovo in questi casi verrebbe da dire. Il problema è che gli azzurri faticano ad incunearsi nelle maglie avversarie e si affidano al tiro dalla distanza. La manovra azzurra è avvolgente, ma lenta e prevedibile nel primo tempo. L'unico ispirato è Kvaratskhelia che rientra dopo la squalifica, si riprende la fascia, dribbla, entra in area ed al primo affondo finisce a terra. [...] Il leit motiv del match resta lo stesso con qualche strappo del georgiano (un paio di colpi d'incontro impegnano Montipò) e qualche ripartenza dell'Hellas. Gli ospiti giocano per 10/undicesimi dietro la linea della palla, provano a sporcare le giocate avversarie (a centrocampo Lobotka predica nel deserto, Anguissa è impreciso e Cajuste troppo lezioso) e tenta qualche sortita offensiva in contropiede (Folorunsho e Lazovic non inquadrano lo specchio )".
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