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Kvara, la cura Mazzarri funziona: la rinascita del georgiano dopo mesi di alti e bassi

Kvara
Walter punta su di lui, e il 77 sente la fiducia del suo nuovo mister: tanto da ringraziarlo con affetto a fine gara
Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Una stagione fin qui discontinua per Kvara, che con Garcia non aveva trovato certezze e nemmeno il giusto feeling. Sabato, a Bergamo, la prima di Mazzarri: un allenatore che sa valorizzare le sue punte, tutte. E che sa dialogare con i calciatori, come lui stesso ama sottolineare. E la cura Mazzarri sta funzionando. A certificarlo, il bacio di fine match.

La cura Mazzarri recupera Kvara

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "La sua Napoli, a un certo punto, è rimasta avvolta nel grigiore d’un tempo sprecato, in contorsioni mentali che possono inquietare o anestetizzare, e mentre lo scudetto stava diventando solo un malinconico ricordo, Kvara si stava piegando nel tormento: 12 partite, 3 gol e tante sostituzioni, pure troppo, da rimanerne stordito. A Bergamo, nel primo giorno di Walter Mazzarri, altro cambio, perché entrasse in campo il vero Kvara, attacco nello spazio, uno contro uno, un campo allargato per sé e poi orientato per prendersi l’area (e l’aria fresca in faccia), lo stacco, come al debutto di Verona, la leadership tecnica, di chi scende da un altro pianeta ed è pure pronto per presentarsi al Bernabeu, che è una scossa nell’anima. Kvara era sparito a partita in corso contro la Lazio, mentre il Napoli aveva bisogno di lui per rimontare; era poi scomparso anche a Marassi, la partita successiva, sul 2-2, quando Garcia pensò di provarci senza l’estro indefinibile del suo esterno; era sfilato via pure dal Dall’Ara, 0-0, ed aveva già cominciato a interrogarsi (perché?). E con l’Empoli, invece, panchina dall’inizio. Al centro del Napoli, un villaggio popolato d’emozioni, Kvara ci è rientrato a Bergamo, ha ricominciato a capire d’essere importante, decisivo, ha strappato, inventato, osato, persino esagerato, segnando di testa, ondeggiando sulla sua corsia, passeggiando sugli echi della memoria, perché non c’è più tempo da perdere, dopo averne sprecato troppo".


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