rassegna

Jesus, gli errori del brasiliano che hanno condotto all’assoluzione di Acerbi

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La ricostruzione della Gazzetta dello Sport
Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Ma come si è arrivati all'assoluzione piena di Acerbi nel caso Juan Jesus? La Gazzetta dello Sport, analizza i vari errori commessi dal brasiliano e che hanno portato alla sentenza del giudice sportivo Mastrandrea, formalmente e giuridicamente corretta.

Acerbi-Jesus, come si è arrivati all'assoluzione

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Ecco quanto, dell'analisi della Rosea, evidenziato dalla nostra redazione: "Juan Jesus è arrivato all'audizione molto meno preparato (di Acerbi,ndr). Il giocatore ha voluto compiere questo percorso da solo, appoggiandosi unicamente al suo agente Roberto Calenda, senza ritenere necessaria l’assistenza di un legale del Napoli. Probabilmente era talmente convinto della sua verità, talmente certo che non avrebbero fatto alcuna fatica a credergli, da affrontare l’audizione a cuor leggero. Un’ingenuità buona, che dal punto di vista umano non può che essere apprezzata, ma quando ci sono di mezzo codici e avvocati è meglio essere molto attenti. Prendiamo il momento della firma del verbale: in questi casi un documento simile va letto più di una volta prima di sottoscriverlo, senza lasciarsi spaventare dalla terminologia giuridica e assicurandosi che tutto, fino all’ultima virgola, corrisponda alle proprie dichiarazioni. Juan Jesus, senza un legale accanto, sarà riuscito a verificare ogni cosa di un documento tanto importante, scritto tra l’altro in una lingua che non è la sua? Di certo gli è stato chiesto se non ci fosse un compagno in grado di confermare la sua versione. Lui probabilmente non si era neanche impegnato più di tanto a cercarlo (un avvocato ci avrebbe senza dubbio lavorato) e ha candidamente detto di no. Una questione che deve aver sorpreso procuratore e Giudice, visto che nel dispositivo si legge: «Il contenuto discriminatorio, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore del Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso”, senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale». Dietro a quel “finanche” c’è anche la volontà da parte del Giudice di sottolineare che sarebbe bastato poco, anche un indizio come la parola di un compagno, per avere un esito diverso".


 

 

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