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Irma Testa, il maestro: “La Boxe l’ha salvata, da bambina litigava spesso”

LONDON, ENGLAND - MARCH 15: Irma Testa (Blue) of Italy punches Sandra Brugger (Red) of Switzerland during the Women's Featherweight 57KG Preliminary round bout between Sandra Brugger of Switzerland and Irma Testa of Italy on Day Two of the Road to Tokyo European Boxing Olympic Qualifying Event at Copper Box Arena on March 15, 2020 in London, England. (Photo by James Chance/Getty Images)

Le Olimpiadi portano con sé sempre bellissime storie che riguardano gli atleti provenienti da ogni parte del mondo

Mattia Fele

Tante sono le belle storie degli atleti italiani in questa Olimpiade di Tokyo. Una di queste è di certo quella di Irma Testa, ragazza di Torre Annunziata che domani affronterà una sfida importantissima per guadagnare una medaglia olimpica nella sua disciplina, il pugilato.

Zurlo: "Irma Testa? La Boxe l'ha salvata"

 

LONDON, ENGLAND - MARCH 15: Irma Testa (Blue) of Italy punches Sandra Brugger (Red) of Switzerland during the Women's Featherweight 57KG Preliminary round bout between Sandra Brugger of Switzerland and Irma Testa of Italy on Day Two of the Road to Tokyo European Boxing Olympic Qualifying Event at Copper Box Arena on March 15, 2020 in London, England. (Photo by James Chance/Getty Images)

A Radio Punto Nuovo è intervenuto Lucio Zurlo, maestro di Irma Testa, pugile:

Irma? Era una ragazzina terribile, una bambina che litigava sempre con gli ometti vicino casa. Lei ha seguito la sorella in palestra, una volta salita sul ring a 12 anni non ha più smesso. Essendo così terribile, non frequentava le persone giuste, ma la gente del rione. Irma è alla seconda olimpiade, in Brasile non aveva più voglia di fare sacrifici, ha dovuto capire se dover fare pugilato oppure no. Stamattina ci siamo sentiti, abbiamo fatto una videochiamata, l'ho vista carica e sorridente. Irma sta dimostrando di aver raggiunto un punto fondamentale: il pugilato non è violenza, non è uno sport facile. Io non ci sono riuscito a diventare pugile perché andare e tornare da Napoli nel 1960 non c'erano i mezzi. La maggior parte dei ragazzi che ho allevato sono venuti via dalla strada. Professionismo delle donne non lo concepisco: nell'ambito professionistico è troppo tosto. Sarà dura domani per la mia principessa".