Un aneddoto che vi lega? «Siamo stati insieme un anno e non mi ha mai chiamato per nome: per lui ero “il bimbino”».
Mazzarri ritrova la Champions al Bernabeu, dove lei realizzò un gol meraviglioso «Era la prima volta che mettevo piede al Bernabeu, fu tutto molto emozionante. Giocare lì contro una squadra leggendaria come il Real Madrid ti dà una sensazione unica».
Certo, giocare dopo il discorso motivazionale di Maradona... «Il ricordo del discorso di Diego resta la cosa più bella della serata, al di là del mio gol: finito il riscaldamento lo trovammo nello spogliatoio, per noi napoletani resterà per sempre un’icona».
Magari l’ha ispirata per il gol «Ricordo la giocata Jorginho-Hamsik: Marek ha trovato il corridoio e la mia prima idea era quella di provare a fare un pallonetto con Navas fuori dai pali. Alla fine, mi è uscito un tiro a giro basso che fortunatamente è andato dentro: un gol bellissimo, fatto al Bernabeu vale di più».
Domani tanti debutteranno al Bernabeu: cos’ha di speciale? «Percepisci un’atmosfera diversa, magica. E poi loro, quando giocano in Champions, si trasformano, sembrano dei supereroi. Il Bernabeu mette adrenalina, senti la pressione ma anche una carica diversa. Entri, guardi in alto e lo stadio sembra non finire mai: ti rendi conto di essere dentro a un tempio del calcio»".
Sullo scudetto: "Si è chiuso un cerchio con la vittoria del tricolore. Sognavo di vincere lo scudetto da capitano, ci siamo sempre andati vicini ma senza mai riuscire a fare l'impresa. Per un periodo abbiamo giocato il miglior calcio d'Europa, ma se non vinci nessuno si ricorda di te. Con la vittoria della passata stagione sono stato super felice".
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