rassegna

Da Ancelotti a Gattuso: Insigne cambia passo. La stagione

Alessandro Silvano Davidde

L’edizione odierna de Il Mattino ha ripercorso nel dettaglio la storia di un anno storto, quello di Insigne. Da Dimaro fino all’esonero di Ancelotti, Lorenzo non ha trovato un rapporto con l’allenatore che lo esaltasse. Di...

L'edizione odierna de Il Mattino ha ripercorso nel dettaglio la storia di un anno storto, quello di Insigne. Da Dimaro fino all'esonero di Ancelotti, Lorenzo non ha trovato un rapporto con l'allenatore che lo esaltasse. Di seguito l'analisi del quotidiano campano.

Insigne non compreso da Ancelotti

Nella piazza di Dimaro, durante il ritiro in Trentino, Lorenzo Insigne sgancia la prima bomba «Mi piacerebbe giocare più esterno». Ancelotti, che è lì in platea, ascolta e incassa. D'altra parte il loro rapporto non è mai decollato e questa a non è certo una novità del fresco luglio dolomitico. Il capitano, infatti, non gradisce giocare da seconda punta - dove lo ha riposizionato Carletto - né tanto meno come esterno del centrocampo a quattro.

Lui si vede ala in un tridente e non perde mai l'occasione per ribadirlo. Intanto il campionato inizia, le giornate passano e i rapporti con l'allenatore stentano. Fino all'esclusione (del tutto a sorpresa) nel pomeriggio di Genk, quando Ancelotti lo lascia in tribuna per la gara di Champions che poi finirà con uno scialbo 0-0. I risultati di Lorenzo, poi, non è che siano nettamente migliori. Fatica a trovare il sorriso e pure il gol. Meno male che una volta al mese lo chiama Mancini, che a Coverciano lo riporta al suo piccolo mondo antico: 4-3-3 e libertà assoluta di fare e inventare.

La rinascita

Quando il 10 dicembre, però, Ancelotti viene esonerato dal Napoli, Insigne capisce che è il momento di riprendersi la vita in mano. Sì, perché proprio durante l'estate tanto tormentata (ha cambiato agente passando con il potentissimo Raiola) c'era stata anche la possibilità di essere ceduto, motivo per il quale Ancelotti chiede a Giuntoli l'acquisto di Lozano. Poi la cessione del capitano non si concretizza, ma l'idea di rompere il matrimonio (con l'allenatore e non con il Napoli) gli era anche passata per la testa con Raiola che intanto non si straccia i capelli per trovargli una nuova sistemazione.

Il classico sogno di una notte di mezza estate, rimasto tale: sogno e basta. Dicevamo dell'esonero di Ancelotti, però, e dell'arrivo di Gattuso che fa di Insigne la chiesa da rimettere al centro del villaggio. Lorenzo lo capisce, apprezza e ringrazia. A modo suo: 3 gol in due partite di coppa Italia e qualificazione in semifinale praticamente conquistata da solo. L'acuto manca in campionato, dove però è tutto il Napoli a fare terribilmente fatica con appena un successo in 5 gare. Anche Ringhio ammette di aver trovato un Insigne rimotivato e desideroso di mettersi a disposizione. L'amore impiega poco a sbocciare tra i due e i risultati in campo sono sotto gli occhi di tutti.