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rassegna

Inarrestabile Spalletti: ha riportato il Napoli in Champions, ma non finisce qui

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Luciano ai raggi X

Emanuela Castelli

La sensazione, netta, è quella: Luciano Spalletti, che lo scorso anno ha centrato l'obiettivo stagionale del ritorno in CL e che questa estate ha diretto in modo impeccabile la transizione più contestata di sempre, quest'anno vuole ottenere qualcosa di più

Luciano Spalletti ai raggi X: non è solo quello di "Totti e Icardi", il tecnico di Certaldo vuole riscrivere la storia, sua e del Napoli

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Il Corriere dello Sport ed. Campania dedica l'apertura, a firma Antonio Giordano, a mister Luciano Spalletti, autore di un rientro in panchina, dopo due lunghi anni di stop, ricco di cambiamenti ed ambizioni: "In quei due anni da “spettatore” interessato, c’è stato tempo per ripensare a sé stesso, al vissuto, a un calcio senza memoria, sempre capace di andare spigolare nel nulla e spesso incurante d’accomodarsi a leggere le verità: ma le panchine servono pure a dispensare pillole di saggezza e non appena gliene è stata restituita una, al termine del biennio sabbatico, Luciano Spalletti ha scelto di riscrivere la narrazione su di sé, sempre un po’ borderline. Possibile che della vita d’un allenatore capace di rimescolare i trattati di Coverciano, con quel know how (adesso si dice così?) addobbato tra Empoli, Sampdoria, Udinese, Venezia, Ancona, Roma, Zenit e Inter luccicassero (?) soltanto i conflitti con Totti e Icardi, le gestioni complesse di un totem e di un animo ribelle, sistemategli tra le mani come mine a orologeria? Il giorno in cui Aurelio De Laurentiis l’ha trascinato fuori dal Bosco Verticale e, soprattutto, dalla “Rimessa” di Montaione, tanto per gradire gli chiese «piccole cose»: prendersi il Napoli sopraffatto dai costi e dai fallimenti tecnico-economici precedenti, lavorare sapendo che dinnanzi ad offerte interessanti non ci sarebbero stati dubbi sulle cessioni, infine, riconquistare la Champions, necessaria come l’aria. Luciano Spalletti ha sempre fatto ciò che gli è stato chiesto, forse anche di più, e avendo lasciato l’Inter in Champions, dopo averci portato anche la Roma, ha imboccato la via giusta, quella a lui nota, e ha sistemato il Napoli in Europa e in banca. Champions doveva essere, Champions è stata, subito, al primo colpo, nonostante i veleni annusati all’arrivo per quel quinto posto tossico della stagione precedente; e a prescindere da Insigne e da Mertens, dai loro contratti in scadenza, da quel disfattismo ch’è abitudine del calcio, un micromondo che all’addio dei propri eroi pensa non esista un domani".