Due mesi senza gol
—"Cinquantaquattro giorni oggi (e saranno cinquantasei domenica sera all’Olimpico) senza mai riuscire a far riemergere il vero Hojlund, lucido e cinico, elegante e sgargiante, quattro reti per presentarsi nelle sue prime sei partite, un graffio immediatamente a Firenze, una serie di giocate da mille e una notte, e poi il buio. Il lavoro nobilita l’uomo oppure lo sfianca e il tour de force a Hojlund è costato carissimo, l’ha fermato per tre partite (niente Psv, Torino e Inter), l’ha anestetizzato e forse ha inciso psicologicamente per un po’ e al resto deve aver pensato la scioccante sconfitta in Scozia, o magari no. Perché a Hojlund più che agli altri sta mancando De Bruyne, la capacità di verticalizzare a campo largo (come contro lo Sporting) del belga, quella fusione naturale tra due talenti a cui basta uno sguardo per suggerire il passaggio e un altro per trasformarlo in felicità".
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