rassegna

Hamsik: Grande Napoli è ancora tutto in gioco

Salvatore Troise

Sono volati via nove mesi, ma i sentimenti restano , e dopo la notte del San Paolo, Marek è manager di se stesso, produttore di vini. Che effetto le ha fatto, Marek? «Belle sensazioni, enormi emozioni: la telefonata con il presidente il suo...

Sono volati via nove mesi, ma i sentimenti restano , e dopo la notte del San Paolo, Marek è manager di se stesso, produttore di vini.

Che effetto le ha fatto, Marek?

«Belle sensazioni, enormi emozioni: la telefonata con il presidente il suo desiderio di organizzare qualcosa per il 10 dicembre, l’abbraccio del San Paolo rimesso a nuovo, lo striscione della curva B, il coro. Io sono fiero di questo rapporto che si è instaurato con la città, penso che sia probabilmente unico e sono convinto che resterà tale per sempre».

Cosa le manca?

«Mangiare bene e l’ho fatto subito: con tanto di scarpetta, come si usa qui. Poi sono stato a cena con un po’ di compagni, con Mertens e Callejon, con Koulibaly e Ghoulam, con Hysai e Mario Rui».

Ma come fa a sedersi a tavola con Mertens, che vuole “strapparle” il trono?

«E infatti mi ha detto: hai chiamato Ancelotti per dirgli di non farmi giocare. Ma Dries è un ragazzo straordinario, al quale posso solo augurare tutto il bene del Mondo. Lui è uno scugnizzo, quasi quanto Insigne, che però è quello originale, è nato e cresciuto qui ed ama questa maglia».

Ma in campo come aveva giudicato il suo Napoli?

«Per mezz’ora, una grande squadra, un calcio incredibile, bellissimo e peccato non averla chiusa lì, con tutte quelle occasioni. Ma la vittoria era meritata egualmente, il risultato è bugiardo, è falso».

Parla da napoletano.

«Qui ci sono stato dodici anni, ho tanti amici».

E si è lanciato nel futuro.

«Produciamo prosecco, l’idea me l’hanno data Franco e Arturo che conoscono i Serena, un’azienda a conduzione familiare che da cinque generazioni è in questo mondo. Ora papà e mio zio Dusan, se ne occuperanno in Slovacchia, dove sta andando già bene. Il brand tira, lì vendiamo anche rossi, bianchi e il rosato, qui solo le bollicine per il momento: ma faremo altre cose».

A Mertens ha spiegato la Cina?

(sorriso). «Gli ho raccontato della mia esperienza, tutto qua».

Callejon la raggiungerà...

(risorride). «Allora lei è un pezzo avanti a me».

Ma Zielinski è il suo erede?

«Uno dei più forti con il quali mi sia mai allenato, un talento incredibile e anche con l’Atalanta ha giocato una gran partita. Gli manca soltanto il gol».

Una volta disse: devo tatuarmi lo scudetto del Napoli.

«Per me questo club, questi amici, hanno una forza dentro che può consentire loro di recuperare. E possono semplicemente sperare, adesso, che ciò accada. E dovesse succedere, ovviamente si brinderebbe con le mie bollicine».

Cds