Garlando: “Lo sport è inno alla vita, Conte la smetta con metafore da pompe funebri”

Luigi Garlando, noto giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha scritto un commento sulla rosea sullo sport e su Antonio Conte:

"Anche allora era un novembre emiliano e anche allora il portierino al debutto aveva 17 anni. Trent’anni fa quasi esatti: Parma-Milan 0-0, 19-11-1995. Gigi Buffon respinse il Diavolo di Weah e Baggio con tre interventi da fenomeno, uno spot della leggenda che stava per srotolare. Aveva un lago di serenità nel cuore, lo stesso di Massimo Pessina domenica al Dall’Ara. Il destino non gli ha chiesto di fare il fenomeno, solo l’ordinaria amministrazione, ma intanto ha fermato i campioni d’Italia e i compagni del Bologna se lo sono caricati sulle spalle, in trionfo. Anche Massimo srotolerà una leggenda? Per ora ci bastano le sue lacrime emozionate, bellissime. Come bellissimo è stato il gesto di Vanja Milinkovic-Savic che, a fine match, si è tolto i guanti e ha raccolto il volto del ragazzo. Ha parato la sua emozione, si è complimentato, gli ha augurato fortuna. Massimo ha sorriso tra le mani enormi di quel fratellone. Lo sport, Antonio, è sempre un inno alla vita. La morte non c’entra. Lascia stare quelle metafore da pompe funebri. Lo vedi il tuo portiere? A caldo, dopo una brutta sconfitta, ha saputo celebrare la gioia di un giovane collega. È già oltre. Lo sarà anche la squadra che è viva. Non dovrai accompagnare nessun morto. Solo ridare cuore e speranza al Napoli e alla città. La felicità è un mestiere che richiede esperienza, insegnava Eduardo. Voi, felici insieme, lo siete già stati".