In centoquindici minuti, Garcia ha cercato soluzioni ardite, ha abbandonato il tridente, ha provato altro (il 4-2-3-1 innanzitutto); ha inserito sabato sera Cajuste in un centrocampo a due, a lui più idoneo; s’è affidato a Raspadori, o da esterno o da sottopunta; ha inseguito qualcosa, ma senza che fosse mai ben chiaro cosa. Perché, brutalmente, il Napoli gli è immediatamente sfuggito di mano: ha perso con la Lazio e ci è andato vicino con il Genoa, che dal Ferraris ha comunque fatto uscire una squadra ammaccata tatticamente, svuotata di quelle certezze che gli sono appartenute - e in che modo - nel biennio di Luciano Spalletti".
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