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Napoli senza identità, c’è tanto lavoro da fare per Garcia: i segnali dal campo

Garcia
Malgrado il pareggio in extremis, i tifosi azzurri sono preoccupati per l'identità smarrita dalla squadra campana: il focus sull'edizione odierna de Il Corriere dello Sport
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

In seguito al pareggio rimediato con il Genoa a Marassi, regna delusione e sconforto in casa Napoli. La preoccupazione dei tifosi è stata generata non dal risultato di ieri, ma dalla mancanza di un'identità delineata della squadra di Garcia. Raspadori e Politano hanno salvato Garcia, ma urge una svolta per cambiare le sorti della classifica ed onorare il tricolore cucito sul petto.

Il Napoli ha smarrito la sua identità: i segnali dal campo

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Di seguito le parole dell'edizione odierna de Il Corriere dello Sport: "C'è an cora tanto da lavorare, ha ragione De Laurentiis. Questo non può essere il Napoli, la squadra che ha vinto lo scorso campionato con sedici punti di vantaggio. È ancora presto per trarre conclusioni, ma il pareggio con il Genoa è un altro allarme pericoloso. Perché i segnali che arrivano dal campo sono preoccupanti e non lasciano ben sperare. La squadra ha perso la sua identità, sembra svuotata, non riesce più a fare quello che sapeva fare. Di quella dell’anno scorso ha conservato solo il possesso palla, ma la differenza è che adesso è completamente improduttivo. Non è riuscita a fare nessun tiro in porta ieri fino a l minuto 72, pur avendo la palla per oltre il 66% del tempo. La manovra è lenta, poco efficace, non riesce mai ad accendere i suoi gioielli. Osimhen e Kvara l’anno scorso giocavano una quantità di palloni enorme, adesso la vedono pochissimo. Sembrano diventati due giocatori normali. La reazione finale d’orgoglio è forse l’unica cosa da salvare della notte di Marassi, i gol di Raspadori e Politano hanno evitato un tracollo che probabilmente avrebbe avuto un effetto devastante. Restano i cinque punti di distacco dalla vetta e alcune scelte di Garcia che hanno lasciato molti dubbi: togliere il deluso Kvara nel concitato finale per far entrare Zerbin è stata sicuramente quella più singolare. Così come quella di lasciare in panchina Simeone e Lindstrom, due giocatori che magari potevano avere nelle corde il guizzo per completare una clamorosa rimonta".


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