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Miccoli dopo il carcere: “Voglio raccontarvi la mia verità. Ti senti invincibile ma…”

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Lo scorso 13 maggio Fabrizio Miccoli è stato scarcerato dopo 6 mesi di detenzione: ecco la lettera dell'ex calciatore

Claudia Vivenzio

Fabrizio Miccoli è tornato in libertà lo scorso 13 maggio dopo 6 mesi di detenzione. Il tribunale di sorveglianza di Venezia (era detenuto nel carcere di Rovigo) gli ha infatti concesso l'affidamento in prova. L'ex calciatore fu condannato in via definitiva a 3 anni e 3 mesi di reclusione con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. E per lui è arrivato il momento di tracciare un bilancio e di fare mea culpa.

Miccoli dopo la scarcerazione: "Voglio raccontarvi la mia verità"

Miccoli dopo il carcere: “Voglio raccontarvi la mia verità. Ti senti invincibile ma…”- immagine 2

Di seguito la lettera scritta dall'ex calciatore Fabrizio Miccoli e pubblicata su Instagram:

"Dodici anni fa ho fatto un grosso errore. Uno di quelli che ti cambiano la vita. Avevo tutto. Ero il capitano del Palermo, facevo il lavoro che avevo sempre sognato di fare fin da bambino e la gente di Palermo mi faceva sentire a casa. In questi 12 lunghissimi anni ho sempre preferito il silenzio. Ho letto di tutto ma non ho mai replicato. Quando sei un calciatore in Serie A hai tante attenzioni. Tante persone vogliono un pezzo di te. Tanti ti conoscono ma tu non conosci nessuno. Non sai di chi ti puoi fidare. In realtà ho fatto più di un errore. Il primo grosso errore è stato quello di essere sempre disponibile con tutti. Chi viveva a Palermo in quegli anni... sa. Il secondo errore è stato quello di usare parole sbagliate, parole che non pensavo e mai penserò (come da intercettazione in cui si esprime in termini oltraggiosi su Giovanni Falcone, ndr). Spesso quando sei al top ti senti invincibile... invece sei solo umano. Ho chiesto scusa tempo fa per quelle parole e lo faccio nuovamente. L’anno scorso è arrivata la sentenza. Sentenza che non ho condiviso perché mi sentivo lontano e sono lontano da quel mondo, ma sentenza che ho rispettato presentandomi spontaneamente il giorno seguente in un carcere di massima sicurezza, sempre per scelta mia, per scontare la mia pena. Un giorno lì dentro sembra infinto, 6/7 mesi.. un eternità. La pena più grande l’ho scontata in questi 12 anni, ogni giorno, nel vedermi accostato ad un qualcosa che non sono e che non mi appartiene. Qualche settimana fa sono tornato in libertà. Non chiedo di essere capito, non chiedo che venga dimenticato ciò che è successo. Non è questo che voglio ottenere con questa lettera. Voglio solo, dopo 12 lunghi anni, chiarire la mia posizione, dire la mia anziché farla dire ad altri".