Nando De Napoli, ex calciatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. L'ex giocatore è stato un grande protagonista dei momenti più significativi della storia del Napoli, quelli dei successi e delle conquiste con Maradona, tra cui anche la Coppa Uefa, l’attuale Europa League, alzata nel maggio 1989, con il 3-3 ottenuto nella gara di ritorno a Stoccarda dopo aver vinto al San Paolo la finale d’andata 2-1.
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De Napoli: “Il Napoli può vincere l’Europa League con Gattuso, Insigne può essere determinante”
Nando De Napoli, ex calciatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. L’ex giocatore è stato un grande protagonista dei momenti più significativi della storia del Napoli, quelli dei successi...
De Napoli: "Il Napoli può tornare a vincere l'Europa League"
Che ricordi ha di quella sera, De Napoli?"A pensarci mi viene ancora da ridere. Feci quel retropassaggio che favorì il 2-3 e che fece arrabbiare tanto Ottavio Bianchi. Si alzò dalla panchina e se ne andò negli spogliatoi".
Questo Napoli è pronto per rivincerla a distanza di 31 anni? "L’ho visto giocare una sola volta, quando ha vinto con la Real Sociedad, e mi ha fatto una grande impressione: è una squadra che lotta, come il suo allenatore. Gattuso sta insegnando cose positive, sicuramente potrà arrivare a giocarsela fino in fondo. E questo discorso vale anche per lo scudetto. Per me, soltanto la Juventus è più forte del Napoli. Il Milan, invece, è partito forte e ha il morale alle stelle, mentre l’Inter la ritengo una squadra normale".
Che idea si è fatta di Gattuso, le piace il suo modo di giocare e gestire la squadra? "Mi dispiace non averlo conosciuto. Mi piace, perché quello che pensa dice, è schietto. Sa fare autocritica e in questo mondo non sempre si ha tanta umiltà. Non so ancora se sia l’allenatore giusto per portare il Napoli allo scudetto, secondo me deve fare ancora esperienza, gli auguro tanta fortuna, per se stesso e per il club. Qui non è certo facile sopportare la pressione dell’ambiente, ma lui ha carattere".
Si sta discutendo tanto sulla decisione di schierare il centrocampo a due: lei la condivide? "Io mi rifaccio sempre al passato. Quando c’ero io, la mediana era formata da me, Romano e Bagni: eravamo il filtro della squadra, aiutavamo la difesa. A due bisogna difendere di più. Mi ricordo che Bagni andava sempre in attacco eRomano e io ci fermavamo. Se fossi un allenatore, giocherei a tre con uno degli attaccanti che viene indietro a aiutare la mediana. Noi avevamo Carnevale e Giordano che arretravano per aiutarci. Poi Caffarelli su quella fascia andava su e giù".
Nel Napoli c’è qualcuno che ritiene possa fare la differenza? "Credo che a parte Lorenzo Insigne non ci sia nessun altro che possa essere determinante. Da napoletano, però, lui deve dare qualcosa in più, forse non ha ancora preso al 100 per cento la squadra per mano. Ma, adesso, ha l’età per farlo".
Ha saputo di Maradona, della sua operazione? "Provo un grande dispiacere, spero che Diego si riprenda presto. Sono lontano da lui, vorrei stare vicino al suo letto solo per farmi vedere pochi minuti. Per dirgli quanto gli voglio bene e quanto tutta Napoli gliene vuole. E’ stato ed è una persona buona e questo non lo dimenticherò mai. E’ triste vederlo in questo stato, lui era un leone in campo, anche durante gli allenamenti. Non riesco proprio a immaginarlo debole e a letto. Io sono abituato alla sua carica, ai suoi incitamenti durante gli allenamenti. Forza Diego, non mollare".
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