Aurelio De Laurentiis e Napoli, una storia complicata, a tratti difficilissima: prima l'amore della piazza, poi qualche uscita discutibile e il braccio di ferro con una parte della tifoseria. Gli anni del "Vinci solo tu", della convinzione che il Presidente non volesse vincere. Mentre lui programmava e costruiva di volta in volta lo step successivo per portare il Napoli lassù, sempre più in alto.
rassegna
De Laurentiis “vuole vincere”. Da “Vinci solo tu” alle ambizioni europee
LEGGI ANCHE
De Laurentiis e le ambizioni di vittoria
Ne parla oggi il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Il Napoli sta per compiere una impresa simile, sia pure con il lieto fine: rompere una dittatura che dura dal 2001, l'ultimo scudetto vinto da una squadra (la Roma) diversa da Milan, Inter o Juventus che coincide con il ritorno al Sud del tricolore. Mica è poco. Sa che quei 15 punti di vantaggio che dividono il Napoli col resto del mondo sono una sorta di fossa delle Marianne. Incolmabile. De Laurentiis fa finta di essere scaramantico perché «appena abbiamo iniziato a parlare dei festeggiamenti abbiamo perso con la Lazio per colpa di una cagata di Kvara». Ma poi, parlando nel pomeriggio all'associazione della stampa estera a Roma, durante la premiazione di Osimhen, sveste i panni di chi teme «le iettature contro il Napoli» e si confessa: «Sono 33 anni che la città aspetta questo momento, ci sono generazioni di tifosi che non hanno mai vissuto questa eccitazione di vincere lo scudetto e non vedono l'ora. Sono quei tifosi che sono sprofondati nel fallimento e che in 19 anni, passo dopo passo, sono rinati in un percorso di crescita costante» (...) È sereno, cordiale, disponibile. Non è vero che è uomo d'azienda che non riesce a gioire per un successo sul campo. Non è vero che non voleva vincere. «Il calcio è programmazione, noi abbiamo sempre fatto le cose come dovevano essere fatte», dice pensando a chi invece le regole economiche non le ha rispettate"
© RIPRODUZIONE RISERVATA