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De Laurentiis: “Il sistema calcio non funziona più, studio una rivoluzione da 10 miliardi”

(Getty Images)

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista al Daily Mail, soffermandosi sul futuro del calcio europeo

Domenico D'Ausilio

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista al quotidiano britannico Daily Mail, soffermandosi sul futuro del calcio europeo. Il numero uno azzurro ha rivelato che sta lavorando a una proposta che, secondo lui, varrà "10 miliardi di euro" per il calcio europeo.

De Laurentiis sul futuro del calcio europeo

 (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

"Il sistema non funziona più. La Champions e l'Europa League non generano entrate sufficienti per i club per giustificare la partecipazione. Per essere competitivo, hai bisogno di più giocatori di alto livello. Ciò significa che devi spendere di più e il premio in denaro delle competizioni europee non ne tiene conto. Ecco perché i club hanno bisogno di parlare tra loro per creare un torneo più moderno e redditizio per tutti i partecipanti".

Sul numero di partite e il calcio inglese

"Dobbiamo ridurre il numero di partite riducendo le dimensioni delle migliori divisioni in tutta Europa. Inoltre, creiamo un campionato europeo con un sistema di ingresso democratico, basato su ciò che le squadre ottengono nelle loro competizioni nazionali. Ho esaminato un progetto pronto a portare 10 miliardi di euro al gioco europeo, ma ci vuole volontà e totale indipendenza. Noi italiani dobbiamo imparare dal calcio inglese. Se non cambiamo le regole del gioco e non lo rendiamo uno spettacolo migliore, i giovani ci abbandoneranno e il calcio non sarà più la parte centrale della nostra vita. La mia ricerca dice che le persone tra gli otto e i 25 anni hanno smesso di guardare il calcio e preferiscono giocare con gli smartphone: hanno trasformato totalmente i nostri figli. Non sto dicendo che l'abitudine di guardare il calcio in diretta in uno stadio morirà, ma ora abbiamo lo 'stadio virtuale', che può attirare miliardi di persone a giocare gli uni contro gli altri. Chissà se riusciremo a riportarli sulla strada dello sport più grande e influente del mondo?"