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Non solo “scugnizzeria”: il Napoli pensa anche al nuovo quartier generale
Aurelio De Laurentiis festeggerà domani i 21 anni da presidente del Napoli. L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport si sofferma sull'impatto che ha avuto il patron nel mondo azzurro. L'imprenditore è stato capace, infatti, di portare il club partenopeo dalla Serie C alla vittoria di due Scudetti in tre stagioni. Di seguito quanto evidenziato.
"De Laurentiis è, calcisticamente, un self made man che ha «studiato» (facendosi inviare le dispense da Coverciano), che ha «rivoluzionato» (maglie con il doppio sponsor; panchina libera per tutti gli uomini in organico) e che ha chiaramente anche sbagliato, clamorosamente, nel momento in cui, dopo lo scudetto con Spalletti, scelse di fare da sé: ma l’uomo sa guardarsi dentro e rimettere assieme i cocci di quegli errori, abbandonare un ruolo fuori dalle competenze, consegnandosi a chi ne ha, Antonio Conte, divenuto il demiurgo per la resurrezione festeggiata sul Lungomare di Napoli («con settanta milioni di telespettatori nel mondo») a lasciarsi baciare dal sole e dalla gente".
"Nell’opera omnia di questo mandato che non avrà scadenze («non vendo, neppure se mi offrissero due miliardi e mezzo di euro»), c’è di tutto un po’ – colpi di scena, scontri frontali ovunque, una dialettica non sempre politically correct – però a brillare sono quei due scudetti (che una volta considerava provinciali e poi, ovviamente, non più), le coppe e un intuito speciale da businessman".
"Nel caveau, dove c’è liquidità anche alla fine di questo mercato, ha adagiato i bonifici di Kvara e di Osimhen, ha venduto complessivamente per 130 milioni e acquistato per 160, sommando De Bruyne a McTominay, Hojlund a Lukaku. E per restare in linea con se stesso – alla soglia dello scudetto, nel vivo della Champions League, stabilmente tra le Grandi – il monte ingaggi è lievitato fino ai 160 milioni di euro. Dalla polvere (della Fallimentare) alle stelle".
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