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De Laurentiis e Conte sono ai ferri corti: letale il cambio di strategia del patron

conte de laurentiis
Il presidente ed il tecnico leccese hanno avuto una visione differente del mercato di gennaio
Luca Buonincontri

De Laurentiis e Conte sono ai ferri corti. Secondo quanto riportato dall'edizione odierna di Repubblica, infatti, il patron del Napoli ed il tecnico leccese hanno avuto una visione differente del mercato di riparazione, che potrebbe lasciare però qualche strascicho. Non manca anche una critica del quotidiano alle strategie di mercato della società campana. Di seguito quanto evidenziato.

De Laurentiis e Conte sono ai ferri corti

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"Qua la mano. Non passati nemmeno otto mesi dalla presentazione show di fine giugno a Palazzo Reale e sul fresco menage della strana coppia formata da Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis s’addensano già le prime nuvole: diretta conseguenza - paradossale ma vero... - dell’inatteso, sorprendente e non solo elettrizzante primato in classifica del Napoli. Trovarsi tanto in fretta lassù non era infatti nei piani di nessuno dei protagonisti ed è per questo che i progetti studiati a tavolino da presidente e allenatore, durante la scorsa estate, sono diventati strada facendo (piacevolmente) carta straccia, con l’effetto collaterale però di trasformare in uno stillicidio la parentesi appena conclusa del mercato invernale. I fatti lasciano pensare con il senno di poi che in casa azzurra ci fosse un’idea guida: sistemare innanzitutto i conti della società, dopo gli ingenti investimenti fatti ad agosto per rinforzare la squadra emetterla nella condizione di competere per la zona Champions, all’indomani di un umiliante ed economicamente insostenibile decimo posto". 


Cambio di strategia da parte di De Laurentiis

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"Indebolire in modo così vistosa una squadra in lotta per vincere lo scudetto è parso dall’esterno un capolavoro, senza precedenti, di autolesionismo. A condizionare il mercato invernale del Napoli è stata infatti pure la visione differente che hanno De Laurentiis e Conte. Il presidente ha infatti abdicato per la prima volta nell’estate scorsa alla sua filosofia: puntare su giovani talenti da crescere e valorizzare, per poi cederli in cambio di ricche plusvalenze. Nulla a che vedere con gli acquisti di giocatori già “fatti” e avanti negli anni come Lukaku, McTominay e Neres - voluti invece dall’allenatore - che rispondevano viceversa all’esigenza di rendere subito la squadra molto competitiva. Bere o affogare, dopo il decimo posto: ad agosto non c’era altra scelta e il nuovo corso azzurro ha intrapreso con successo una strada sempre evitata. Ma a gennaio e con la Champions in tasca ha cominciato a soffiare il vento della restaurazione: culminato nell’arrivo del baby Hasa e nel tentativo di ingaggiare il ventenne spagnolo Yeremay. Poteva andar bene, se la squadra non fosse stata in lotta per lo scudetto. «Facciamo operazione come Dio comanda o lasciamo perdere» , si è invece sentito rispondere Adl dal suo pluridecorato tecnico. Di qui la vana caccia a Garnacho e Adeyemi, con 50 milioni di budget alla fine non spesi. Incidente di percorso o incompatibilità? Parlarsi chiaro è da amici, con tre anni di contratto è un obbligo".

 

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