Distanze dovute, ma l'eco di Diego ogni tanto si fa sentire
—"La sua ricchezza tecnica gli permette di venire fuori con scioltezza — come si è visto in Champions League — lasciando poi la porta e il gol a Rasmus Hojlund. È elegante e anche perfido quando incede nella sua eleganza, ovviamente poi qualcosa ha perso dovendo dribblare anche il tempo che lo marca a uomo. Ma gli resta, intatta, la capacità di scegliere il destino del pallone, e questo è un privilegio per pochi, per dire in Serie A hanno questa caratteristica Luka Modric, Nicolò Barella e Nicolas Paz. È evidente che la rotta di Kevin De Bruyne stia nella geometria che apre spazi nuovi senza perdere l’estetica del gesto che la guida, con una semplicità assoluta. La sua naturalezza, per quanto giri a una velocità inferiore rispetto a quando serviva la corte di Pep Guardiola, non ha smesso di innamorare, per questo i napoletani si sono fatti «mendicanti di bellezza» come diceva Eduardo Galeano, fino a pretendere la giocata che, poi, puntuale arriva. L’attimo di luce in campo che evoca ricordi maradoniani, per quanto lontanissimi e irripetibili: quando lo straordinario era routine. Con De Bruyne si assiste al prodigio quotidiano ed è tanto".
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